È un dato di fatto: il Padre della nostra lingua, l’Autore (italiano) più studiato al mondo, il Sommo Vate aleggia nelle scuole della Penisola ma non vi primeggia come dovrebbe. Di solito, purtroppo, lo si liquida al terzo anno delle Superiori insieme alla sua Commedia, la cui lettura raramente impegna l’intero triennio. Il motivo (o pretesto o scusa)?
Il programma di letteratura è troppo lungo, bisogna tagliare qua e là. Oppure: non interessa alla classe perché è palloso, moralistico, spesso incomprensibile. O, ancora: è più opportuno dare qualche assaggio del suo poema, giusto per incuriosire, poi chi vuole approfondisca da solo. Eppure Dante da sempre è stato ed è il più popolare degli autori italiani. Nel Mondo, beninteso. Senza studiare la sua (enorme) influenza culturale non è facile spiegare la nostra Letteratura, che gli deve molto per lingua, stile, argomenti, situazioni, personaggi. È difficile, poi, comprendere certi atteggiamenti politici e sociali così tanto diffusi in Italia come l’ eterna divisione in guelfi e ghibellini o l’acredine verbale che caratterizza ancor oggi la scena politica se non si studia la passione politica di Dante. Ed è ancor più complicato capire tante credenze, superstizioni e convinzioni religiose in noi profondamente radicate se non si legge la sua Commedia. Insomma, Dante è nel DNA degli Italiani, che sono moralizzatori, moralisti ed … immorali, che leggono la Storia con i paraocchi, che spesso preferiscono fare “parte per se stessi” piuttosto che collaborare con gli altri, che sono degli anarchici ma amanti delle comodità, che sono sempre scontenti ma, alla fine, si accontentano di quel che trovano. Dante, del resto, si scopre un po’ ovunque nelle pieghe degli ultimi sette secoli d’ Italia (e non solo nelle tante piazze, vie, scuole a lui intitolate) ed anche della nostra vita, condizionata da un (malinteso) senso di libertà, di superiorità, di passionalità, che si devono a lui. Solo a lui. Perché, quindi, sacrificarlo nello studio?
Pertanto, senza scomodare le alte sfere con appelli, richiami, petizioni ed altro, facciamolo rientrare nei programmi scolastici col titolo che gli spetta, quello di Autore prevalente. Lo strapperemo alla squallida solitudine del monumento nazionale, sulle cui statue di solito fanno la pipì i cani e la cacca i colombi. A questo scopo noi della Società Dante Alighieri, per il corrente anno scolastico, ci impegneremo a riportarlo nelle scuole del nostro Territorio con incontri, iniziative, spettacoli. Da intrecciare con i percorsi di studio curricolari.
Chiediamo solo collaborazione. Quanti vogliono darcela possono aderire alla Società Dante Alighieri e partecipare alle sue iniziative (sda.bitonto@libero.it; Facebook: Società Dante Alighieri – Comitato di Bitonto).