Tanti applausi e consensi per la dodicesima edizione del Bitonto Blues Festival. Un caleidoscopio di sonorità esplosive, di toni a volte suadenti, di riff accattivanti,di musica a pieno ritmo, con il coinvolgimento diretto del pubblico che ha gremito piazza Cattedrale nelle tre serate di questa splendida e variegata kermesse. L’infaticabile patron Beppe Granieri ci ha messo come sempre del suo, allestendo un cartellone di prim’ordine che ha esaltato le qualità artistiche e canore di musicisti molto validi e di grande spessore professionale. Un festival intenso con il suo incedere di suoni e colori e con la sua forza prorompente che hanno calamitato l’attenzione dei tanti spettatori, venuti anche da fuori regione, entusiasti dello spettacolo offerto.Nella prima serata Sebastiano Lillo 4tet ha deliziato la platea con le sue composizioni eteree in un viaggio senza confini attraverso le molteplicità di influenze sonore. Sebastiano Lillo, nativo di Monopoli, ha dato respiro al suo sound particolare che emerge dalla fusione consapevole di radici blues e influenze dal mondo. Un’esplosione di groove transculturale e atmosfere evocative, che mescolano l’energia del deserto con la passione del sud.
Sorprendente la performance di Lebron Johnson, autentica sorpresa e rivelazione della serata. Il 26enne acrobatico artista nigeriano, che ha cominciato la sua carriera canora suonando e cantando nel coro Gospel della Chiesa Evangelica di Ravenna, insieme al suo gruppo di ispirati musicisti, ha letteralmente trascinato il pubblico con i brani che spaziano dal soul al funk, dalla black music al R&B. Voce espressiva, movenze da danzatore provetto che fa leva sulle sue origini e sui balli dall’inconfondibile marchio africano, l’indiavolato Lebron, che ha il suo guru nel chitarrista Andrea Pititto (in arte Andy Pitt) “mente” della band, non si è fermato un momento proponendo un repertorio ad alta intensità musicale. Alla fine, dopo aver fatto ballare e cantare il numeroso pubblico presente, ha chiamato sul palco due intrepide spettatrici che hanno danzato insieme a lui tra ritmi frenetici e sonorità energiche.Sabato sera, tanti apprezzamenti per gli abruzzesi Dago Red insieme da 23 anni, 4 pubblicazioni, brani scelti e inclusi in numerose compilation e documentari video, decine e decine le composizioni originali e 1000 i concerti. Hanno presentato alcune canzoni del loro quarto lavoro discografico “Cicada”. Un viaggio elegante, un progetto artistico a tuttotondo, una sperimentazione coinvolgente. Le armonie vocali, le trame delle chitarre, i groove trascinanti e il sound immediato hanno dato vita ad una esibizione fantasmagorica, da godere quasi ad occhi chiusi, che ha scaldato il cuore del pubblico. L’ultimo brano lo hanno dedicato al papà di Beppe Granieri, il dottor Michele, scomparso di recente.Sul palco del BBF 2024 è salito poi il poliedrico chitarrista palermitano Umberto Porcaro che ha illuminato la scena plettrando sulle corde della sua Gibson con una sorprendente velocità, tra robuste accelerazioni ritmate e un groove che va a pescare nei meandri del blues più aggressivo. Porcaro, forte anche della sua grande esperienza americana, ha dato un saggio delle eccellenti peculiarità chitarristiche sempre efficaci nel trasmettere incredibili sensazioni.
Con la nuova band guidata da Giulio Campagnolo, abile esecutore di sonorità così vigorose sui tasti dell’organo Hammond, e Federico Patarnello alla batteria, Umberto Porcaro che nella sua immensa carriera si è esibito con B. B. King, Buddy Guy, Robben Ford, Roy Rogers, Cannet Heat, The Blues Band, ha presentato il suo nuovo progetto, “Take me Home” un mix di soul-Jazz, gospel e blues carico di tanta esperienza e di tante strade percorse. Al termine del concerto, applausi a scena aperta per Umberto Porcaro trio.Nella serata conclusiva del BBF, palcoscenico tutto per l’australiano, David Place. Con “Lyrics for Pauline”, il suo sesto ed ultimo disco, l’artista nativo di Melbourne ha nobilitato le radici del blues, nell’esplorazione sperimentale del folk e nei ritmi malinconici del ragtime. Un concerto che ha lasciato una traccia indelebile per via di quell’anima crepuscolare e a tratti tormentata, che riflette il profondo impegno artistico di Place nel tradurre emozioni complesse attraverso le sue composizioni musicali.L’ultimo sussulto lo hanno regalato i Mustang, un gruppo di amici appassionati di strumenti, moto e macchine americane, ma soprattutto di musica a 360 gradi con una naturale inclinazione verso il rock e il blues. Un’esibizione a ritmo forsennato di blues, di rock, della west coast con la rivisitazione di alcuni brani storici come “La Grange” dei ZZ Top.
Emozioni e forti suggestioni in un Bitonto Blues Festival, presentato da Pierluigi Morizio, che ancora una volta ha colpito al cuore dei suoi tantissimi appassionati. <<Anche
quest’anno, posso dire di aver scelto artisti di grande spessore – sottolinea il patron Beppe Granieri -. Il pubblico ha apprezzato moltissimo le diverse sonorità e stili dei performers, così come vincente è stata la posizione di un insolito palco al centro della piazza, trasformando così per tre giorni il festival in un vero e proprio “cafè concerto”. Ovviamente, nulla di così bello sarebbe possibile senza il generoso supporto del cofinanziamento pubblico e privato. Per questo, ringrazio di cuore l’Amministrazione Comunale di Bitonto e tutti gli amici imprenditori che, ormai da dodici anni, credono in me e in questa meravigliosa avventura>>.