Contro ogni superstizione, venerdì 17 è stato un giorno fortunato per
il film “Ameluk” del regista Mimmo
Mancini. Mentre nella sala dello Showville di Bari si teneva una proiezione per
gli esercenti di cinema, alla presenza dello stesso regista e di alcuni attori,
due belle notizie sono sopraggiunte ad allietare gli animi. Innanzitutto, l’incontro
con un distributore nazionale, che si è appassionato sin da subito al film e ha
scelto di sostenerlo.
“Ci siamo letteralmente
innamorati di Ameluk”, hanno spiegato i responsabili della società, “come distributori vediamo tanti film,
soprattutto opere prime, e quasi il novanta per cento viene cestinato. Invece il
lavoro di Mimmo, al di là della comicità, ci ha comunicato anche qualcosa d’importante
a livello sociale e morale”.
Dunque, l’uscita del film è fissata per il 4 dicembre e la
storia del Cristo musulmano, ambientata a Mariotto, sarà in tutti i cinema che
offriranno disponibilità e sostegno.
Intanto, dal nord Italia è arrivato il primo importante
riconoscimento. “Ameluk” ha vinto il Gran
Premio “Nello spirito della Fede” alla
XVII edizione del festival internazionale “Religion
Today” a Trento. Nella suggestiva cerimonia di premiazione, che si è svolta
ieri sera presso il Teatro San Marco, il regista bitontino è stato accolto con
grande calore da una giuria multietnica -composta da Renato Butera (Roma), John
Forrest (Londra), Mohammad Gozarabadi (Teheran), Giovanni Guaita (Mosca) e
Daniella Tourgeman (Gerusalemme)- la quale ha sostenuto il progetto con fervore
e convinzione. “Un premio al film che, al
di là delle tecniche cinematografiche, ha un valore e una forza comunicativa in
nome della fede o delle fedi”, si legge sull’attestato.
Prossimo e inaspettato appuntamento in calendario, per questo
lungometraggio che stentava a ottenere visibilità in Italia, sarà la
partecipazione al “Jewish Film Festival
di Gerusalemme” a dicembre, cui il regista è stato invitato. Ancora un evento
di rilevanza internazionale, che si occupa del dialogo fra le religioni in un
territorio martoriato dalla guerra.