Un’iniziativa dedita al sociale e alle norme di comportamento civile, che ha come fine non solo quello di creare una sorta di cultura della circolazione stradale, ma anche dare un segnale alla società e dimostrare che le persone disabili possono comunque essere inserite in contesti lavorativi che hanno come obiettivo anche quello di dar beneficio alla città diventando, loro stessi, un’importante risorsa per il territorio.
È il progetto “Vigili in carrozzella”, un piccolo angelo con le ali ancora intorpidite con tanta voglia di decollare.
Altri progetti simili sono stati già sperimentati a Trani, dove sono stati ottenuti ottimi risultati già nel 2010, a Lecce, Rieti, Trapani, Sortino: dove il buon governo è nelle relazioni intessute, dove le infrastrutture sono gli affetti umani.
Appunto, gli affetti umani.
Da anni a Bitonto, Angela Quarto, una donna di 37 anni costretta alla carrozzella da una malattia che le impedisce i movimenti e di esprimersi correttamente, presidia letteralmente le zone di piazza Aldo Moro, piazza S. Egidio e via Matteotti assicurandosi che le persone normodotate parcheggino in maniera corretta lasciando liberi i marciapiedi all’altezza degli scivoli.
«Spesso – ci racconta con fatica – ci sono automobilisti che hanno l’accortezza di spostarsi senza fare storie, anzi capendo l’errore. Altre, ci sono i più scorbutici che, mi hanno mandata via anche a male parole».
Angela non è sola. Accanto a lei anche Domenico Rucci, 35 anni, che ha proposto il progetto “Vigili in carrozzella” al Comune, evidenziando come ci siano numerosi altri disabili disposti a fare del proprio meglio per sensibilizzare i cittadini.
Le storie positive di integrazioni tra diversità sono possibili, soprattutto dalle realtà medio-piccole, dove il senso della comunità deve venire fuori il più possibile.
Le zone maggiormente a rischio, e dunque più in preda ai parcheggi selvaggi, sono via Matteotti, via Repubblica, via De Ilderis, il Corso e via Dante.
«Nell’atto pratico si tratterebbe di lasciare un bigliettino sull’auto in sosta, in mancanza del proprietario, dicendo che è stato impedito il passaggio – ci spiega Domenico -. Si spera così che non lo si rifaccia più».
Insomma, non avrebbe valenza di multa ma soltanto di attenzione, senso civico e tutela del prossimo.
Non ci sarebbero poi compensi per i volontari, che dovrebbero però affrontare un piccolissimo percorso di formazione stradale, ma soltanto un ristoro.
Per il Tenente della Polizia Municipale Gaetano Paciullo sarebbe una splendida iniziativa in linea con l’idea di mobilità e città sostenibile che si sta cercando di realizzare a più livelli.
Non tutto è perduto.