Certe volte basta davvero una scena che non t’aspetti e che non cerchi per capire come il nostro caro paese sia ormai alla buccia (della frutta).
Una scena che amaramente ci illumina su chi dovrebbe avere le redini dello Stivale del domani e in realtà è già più “deviato” di chi lo ha adesso, il potere.
E comunque.
Raccontiamo.
Pomeriggio di lunedì.
Sono le 19.45 circa, sto rientrando da Bari dove avevo seguito l’incontro tra il presidente Nichi Vendola e i rappresentanti dei medici pugliesi.
Sto percorrendo via Carrara, quando mi imbatto in 8 ragazzini (5 ragazzi e tre ragazze) tutti (e ribadisco tutti) di età compresa tra gli 11 e i 12 anni.
Subito mi accorgo che tra loro il clima non è dei più cordiali e, come soave accade in questi casi, la protagonista assoluta dei discorsi che nascono da questo clima è la genitrice, la figura materna.
Che, a quanto pare, nulla avrebbero da invidiare alle più famose esibizioniste dei film che proiettano al cinema Odeon, in via Perrese.
Un ragazzino inizia a “sentenziare” la mamma di una bimba con parole “argute” che la immaginano impegnata in pratiche orali.
Ovviamente la pargola non ci sta e risponde pan per focaccia, capovolgendo tutto, situazione, genitrice e orifizio.
È solo l’inizio, perchè in questo turbillon di spettacolo interviene a gamba (fallo?) tesa un altro bambino, che intende difendere l’amico per l’offesa subita, risottolineando la predilezione della di lei madre per cilindriche protuberanze.
«E mamt, ce fèuc allour?», rispondono dall’altra parte.
Proprio in quel mentre, ecco passare un signore che si dirige verso via Leopardi. Ascolta tutto, ovviamente, mi guarda ed esclama: «Povera gioventù. Chiss so r uagniùn de crèie».
Io, allora, arrivato all’incrocio proprio tra via Carrara e via Leopardi, mi fermo e decido di chiamare i ragazzini per chiedere spiegazioni.
Loro subito cercano giustificazioni, sostenendo (incredibilmente in italiano) che «quelle (le ragazze, ndr) sono sceme».
Io, poi, domando loro quanti anni abbiano e, contenti, rispondono «11 e 12».
Poi chiedo se vadano a scuola, e anche in questo caso orgogliosamente dicono: «sì, lì andiamo», indicando una scuola media del centro.
Non ho aggiunto altro.
Ho preferito riprendere la via di casa perchè c’è poco da aggiungere.
Una scena che vale davvero mille (tristi) parole…