Ecco quello che resta di una mattinata di follia.
Un cane
ferito e agonizzante nel retro della stazione di servizio rapinata, la sirena
dell’ambulanza per la disperata corsa in ospedale e il rumore assordante dell’elicottero
che sorvola le nostre case.
Il racconto della gente che ha assistito ai fatti è
sconvolgente. Due uomini armati a bordo di un motore che arrivano sul posto e
intimano al proprietario di consegnare l’incasso, forse la reazione di chi era
presente o forse la follia pura senza motivo. Partono dei colpi di pistola, più
che una rapina sembra un’esecuzione.
Un uomo, che era solito sostare nella stazione di
servizio, viene volutamente colpito, un colpo nella gamba destra ed uno nella
gamba sinistra, un ulteriore colpo viene esploso contro un cane, un bastardino
che era quasi stato adottato dai proprietari.
Una donna, dall’interno della struttura, disperata
lancia dei soldi, sperando che, presi quelli, i rapinatori possano andar via,
mentre l’anziano signore resta seduto, silente e coraggioso ad attendere i
soccorsi.
E poi il caos, l’arrivo degli agenti, dei curiosi e dei
familiari delle vittime, le volanti della polizia, gli uomini della scientifica
che circondano la zona, il cane col respiro lento e affannoso, sporco di sangue,
abbandonato nel bagno al retro della stazione.
Le urla di una donna che tremante arriva sul posto, si
scaglia contro l’operato degli agenti, contro un sistema che ci rende schiavi
della delinquenza.
Le voci si susseguono tra i presenti, «è già la seconda volta in pochi mesi e allo stesso
distributore di benzina» e i titolari che esausti minacciano la chiusura, «durante la prima rapina uno dei dipendenti
fu colpito in testa col calcio della pistola», la sensazione che non sia
più solo una questione di soldi…
La corsa delle gazzelle della polizia, al setaccio via
Crocifisso, l’Istituto professionale De Gemmis e via Michele Castro, in cui i
rapinatori hanno abbandonato il motore con cui è stato messo a segno il colpo
per poi fuggire a piedi.
L’angosciante ricerca di un indizio che possa dare un
volto e un perché a questa mattina per gli agenti, l’angosciante speranza che
tutto vada per il meglio per i parenti della vittima, l’angosciante ricerca
della normalità per l’intera cittadinanza.