La suggestiva cornice della Sala degli Specchi è stata teatro, venerdì 15, di una discussione molto accesa su quello che oggi è uno dei temi più delicati e molte volte di difficile comprensione e risoluzione.
La violenza intrafamiliare è un fenomeno sommerso, registrato in grande quantità; la Puglia malauguratamente è al secondo posto per maltrattamenti, in Italia.
Esperti (in questo caso, esperte) del settore, hanno illustrato e delineato quelli che sono i punti di partenza per evitare che il mostro possa ancora terrorizzare la società partendo proprio dallo spazio più intimo: la casa. Il dibattito è stato moderato dalla dottoressa Isabella Acquaviva, avvocatessa la quale ha voluto precisare come il silenzio nei bambini sia frutto di isolamento e irascibilità, quando i due genitori arrivano al contatto fisico di tipo violento. I femminicidi del resto non sono che l’effetto di una causa che ha radici piantate sin dall’infanzia, dettata e a volte, segnata, da episodi di questo tipo.
“Il punto di partenza è il dialogo“, ha sottolineato Marina Salierno, assessore all’istruzione del Comune di Bitonto.
Interessante inoltre l’iniziativa “Io sono Mia”, di Ivana Stellacci che tra l’altro ha compiuto un anno; una finestra importante attraverso cui si può venire a contatto con il problema, risolvendolo nel modo più consono e adeguato alla vittima.
A seguire è stato toccante il racconto della dottoressa Rosangela Paparella che con grande sensibilità ha descritto un episodio capitatole personalmente, di una ragazza appena ventiduenne, che ha aperto il suo cuore, rompendo un silenzio profondissimo, e rivelando le violenze del padre sulla madre che è stata costretta ad abbandonare.
Cosi la formatrice Rete Centri Antiviolenza: “L’amore a volte è possesso. Quanti di noi dichiarano di amare i propri figli? Tutti. E quanti lo fanno davvero? Pochi“.
Infine Angela Colaianni, assistente sociale in servizio dal 1982, ha ricordato che da allora il Comune è la realtà più vicina e più prossima ai bisogni del cittadino e di come il Vangelo sia la guida fondamentale per trovare molte risposte morali in ogni ambito, in particolare in quello della violenza: “È tutto scritto bisogna solo applicarlo“.
Giulia Sannolla, referente area Antiviolenza della regione Puglia, e Tiziana Vitale, dirigente psicologa di G.I.A.D.A. (Gruppo Interdisciplinare Assistenza Donne e bambini Abusati), hanno poi articolato il tema spiegando come spesso, il corpo del bambino sia l’unico strumento di espressione dei segni di violenza.
Il problema si pone quando i segni sono interni e non visibili: “G.I.A.D.A. si pone come obiettivo quello di prevenire e curare i casi di maltrattamento, grazie ad un eccellente team di medici e psicologi che insieme possono fermare il mostro che tutt’oggi vive e fa fatica a venire allo scoperto, per paura o ricatto”.
DANIELE SOMMA