Dal Gruppo regionale di Forza Italia riceviamo e pubblichiamo.
“Ancora una volta, l’assistenza sanitaria territoriale a Bitonto subisce l’ennesimo depotenziamento: dal primo agosto, è stato ridimensionato il servizio di trasporto dal Punto di Primo Intervento agli ospedali”.
Lo dichiara il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli.
“Ci risulta, infatti, -prosegue- che l’azienda sanitaria locale abbia adottato la decisione di tagliare il servizio di tre autisti di ambulanze a Bitonto. In particolare, si tratta di personale che si occupa del trasferimento dei pazienti per i quali c’è l’improvvisa necessità di raggiungere strutture complesse senza aggravare il settore dell’emergenza-urgenza. Ergo, è una mansione diversa da quella del 118: il cittadino che ha bisogno di assistenza specializzata e ospedaliera, viene portato nel nosocomio più vicino per accedere alle cure del caso. Con la riduzione del personale preposto, il servizio non copre più l’intera giornata, ma è operativo solo dalle ore 8.00 alle 20.00. È evidente che si tratti di una decisione del tutto assurda e inopportuna, volendo garantire i livelli minimi di assistenza ed un’adeguata organizzazione dei soccorsi. Il PPI di Bitonto esegue oltre 8 mila prestazioni all’anno, servendo un intero bacino. Una realtà che, quindi, andrebbe potenziata e non certo svilita, tenuto conto anche del superamento del limite delle prestazioni annuali per qualificare un PPI e che imporrebbe l’istituzione di un’adeguata struttura con un aumento di strumentazioni e personale. Peraltro, il potenziamento della medicina territoriale era stato assicurato dall’amministrazione regionale, in virtù della riconversione del vecchio ospedale. Ritengo utile, quindi, un incontro con l’assessore regionale alla Sanità, ovvero Emiliano, ed il direttore generale della Asl di Bari, Montanaro, per avere lumi e dar seguito all’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale. Un documento –conclude Damascelli- elaborato dal tavolo permanente costituito da rappresentanti istituzionali, medici di base, terzo settore, volontariato e operatori vicini al mondo della sanità, e condiviso dall’assessore regionale a settembre scorso durante un incontro negli uffici regionali”.