Bitonto.
Via Modugno. In una stradina dall’asfalto disastrato che collega quest’ultima
alla Strada Provinciale 231. Accanto a quel che resta dello stabilimento della Divania, salottificio di fama internazionale schiacciato dalle banche, cumuli
di rifiuti si estendono ai bordi della carreggiata, quasi ad evidenziare lo
stato di degrado che affligge l’area per la vicina presenza del rudere.
Se
solo non avesse tutti quei crateri lunari che mettono a dura prova gli
ammortizzatori delle auto, la piccola via in questione sarebbe comodissima,
permettendo di tagliare e di raggiungere in un batter d’occhio l’ex statale 98.
Ma le fosse nell’asfalto non sono l’unico problema, come abbiamo già accennato.
Divani, materassi, pneumatici, elettrodomestici, sanitari, residui di
lavorazioni edili e chi più ne ha più ne metta. Persino uno di quei pupazzi di
Babbo Natale che si appendono alle ringhiere dei balconi in periodo natalizio e,
che, se non fosse per le ridotte dimensioni, farebbe quasi impressione somigliando
a prima vista ad un corpo umano lì abbandonato. Il tutto gettato
indiscriminatamente nel terreno incolto che separa la via dalla vicina stazione
di servizio Dill’s. Capita spesso di vedere, per chi via Modugno la percorre per lavoro ogni giorno, macchine intente a scaricare illegalmente rifiuti. In barba a qualsiasi legge, a qualsiasi regola del vivere
civilmente, in barba al buon senso e all’ambiente in cui viviamo. Senza considerare il pessimo bigliettino da visita per chi proviene da Bari o Modugno.
«Le istituzioni non puliscono,
vergogna!» griderà qualcuno, indignato nel
vedere quello scempio. Ma prima delle istituzioni ci siamo noi, i cittadini,
che spesso siamo i veri colpevoli.Prima di accusare la mancata pulizia delle istituzioni preposta, denunciamo l’avvenuto inquinamento del semplice cittadino. Non lamentiamoci di quel che non va, se
siamo i primi a far sì che non vada.