Tanto tuonò che piovve. La protesta dei genitori degli alunni dell’I.C. “don Tonino Bello”, montata a seguito dell’aumento delle quote di compartecipazione al costo del servizio mensa a carico delle famiglie, non s’è fatta attendere.
La determina della Giunta Abbaticchio del luglio scorso, che ha previsto il sostanziale raddoppio di dette quote per coloro che rientrano nel maxi-scaglione centrale di Isee (da 4000 a 14000 euro), cioè la quasi totalità degli utenti, ha lasciato un lungo, velenoso strascico di polemiche dietro di sé.
A molti genitori degli alunni mariottani e palmaristi, riunitisi il giorno 13 pressoVilla Jannuzzi a Mariotto, e il giorno 14 presso le rispettive scuole dell’infanzia con il funzionario comunale per il servizio di refezione scolastica, dott. Vito Porzia, non è affatto andata giù la decisione “estiva” di aumentare dal 30% al 60% (fino al 31 dicembre) il peso della tariffa-mensa, peraltro accorpando inusitatamente gli utenti in un’unica grande fascia di contribuzione.
Mal comune, mezzo gaudio?Neanche per idea!…
Le “armonizzazioni” di bilancio evocate giorni fa dalla prof.ssa Rosa Calò (in soldoni, si spende solo ciò che si ha) saranno pure esigenze contabili stringenti, ma non possono essere assolte col solito sfogo sui cosiddetti servizi a domanda individuale, cioè gravando su bilanci familiari già ridotti allo stremo delle possibilità. Questa è stata la spontanea “determina” dei genitori emersa durante la due-giorni di protesta.
Di fronte a tale insostenibilità economica, la maggioranza dei genitori di Mariotto e Palombaio, per lo più quelli rientranti nel gruppo centrale di contribuenti, ha così deciso di non avvalersi del servizio mensa fino al 31 dicembre, e di farlo solo dall’1 gennaio prossimo, a tariffe più basse. Il dott. Porzia ha mostrato, infatti, una tabella, dalla quale si evincono significativi ripristini, quasi ai livelli dello scorso anno, della quota a carico delle famiglie interessate. Tutto questo avverrà, a partire dall’1 Gennaio 2016, grazie ad una rimodulazione delle dette quote, operata dalla Giunta nella seduta dello scorso 24 settembre, che prevede, oltre ai ribassi, anche una più corretta diversificazione in dieci fasce di Isee, anziché cinque. Lo scaglione centrale, quello da 4000 a 8000 euro parteciperà alla tariffa intera di 4,13 euro nella misura del 35%, un buono-pasto costerà dunque 1,45 euro. Per le fasce estreme (le prime e le ultime tre) non sono previste variazioni di sorta.
Il dott. Porzia ha chiaramente lasciato intendere che il documento ufficiale con le nuove fasce Isee sarà pubblicato proprio questa mattina sul sito del comune di Bitonto.
Sulla questione menù, molte situazioni non sono state chiarite bene e alcune “curiosità” manifestate dai genitori sono rimaste sostanzialmente inevase.
Ad esempio, secondo molti genitori, non è stato così elegante presentare, come ha fatto il dott. Porzia, il nuovo (o, se si vuole, vecchio) menù solo all’atto del pagamento dei buoni e non prima in modo da permetterne una sua valutazione, anche alla luce dei famigerati aumenti richiesti.
Inoltre, la risposta alla domanda esplicitamente posta da un genitore al dott. Porzia, se l’Asl si avvalga della competenza di un nutrizionista, o se responsabile del menù sia solo il dirigente esperto di contabilità, è rimasta avvolta nel mistero…
La lettura del menu settimanale ha deluso un po’ tutti.
I genitori pretendono qualità dei cibi, tracciabilità degli stessi, varietà di un menu considerato ripetitivo, maggior consumo di pesce e frutta invece di uno yogurt anonimo.
E’ stata, infine, accordata dalla dirigente scolastica, prof.ssa Romita, vice-preside dell’I.C. Don Tonino Bello, la possibilità per il genitore che rinunci al servizio-mensa, di riprendersi il proprio figlio all’ora di pranzo, alle dodici, e di riportarlo a scuola all’una e trenta in modo che possa continuare a svolgere l’attività didattica anche nel pomeriggio. Si renderà necessaria una “liberatoria” firmata dal genitore, che esoneri la scuola e il servizio mensa dalle responsabilità in merito alle attività e al pranzo al di fuori dei locali della scuola e degli orari della mensa, per intervallo di tempo in cui l’alunno non si trovi a scuola.
I servizi scolastici, e la mensa, che ha una sua connatazione “didattica”, sono servizi essenziali che qualificano il rapporto tra cittadino e istituzione. Non serve guardare nel portafogli dell’utente, basta infilare una sufficiente dose di buon senso nelle poste di quel benedetto bilancio di previsione…