Non vogliamo essere pessimisti né fatalisti ma siamo convinti che fra non poco i soliti “studiosi” intoneranno i loro alti lamenti per la scomparsa di un’ennesima testimonianza del glorioso passato di Bitonto. Si stracceranno le vesti, punteranno l’indice minaccioso contro gli irresponsabili, canteranno le litanie d’obbligo e torneranno nelle loro stanze ad aspettare la prossima funerea notizia. Nel frattempo avranno sicuramente percorso, almeno una volta nell’ultimo mese, la strada che da Bitonto porta all’aeroporto ma, troppo intenti alla guida, non avranno fatto caso ai lavori di sterramento e di spianamento che interessano la parte destra della provinciale 156. Dove si staglia con la sua grigia mole il “termine” di Cammarata, un’edicola di confine che insiste sulla via dell’Annunziata, poco prima dello svincolo per l’Aeroporto e Modugno. Eretto in località “Arco di Cammarata” nel 1585 a seguito della “sentenzia deffinitiva” con cui la Regia Corte di Napoli credeva di porre fine ad una secolare lite amministrativa fra Bari e Bitonto, il termine segnava il confine fra Bari e Bitonto insieme ad altre sei edicole disposte in linea retta fra il mare di Palese e la campagna di Bitetto. Di pregevole fattura, piuttosto alto, il monumento in questione è stato depredato degli stemmi cittadini e dell’epigrafe che lo designava come “terminus Bitonti in arco cammarate” mentre la sua cuspide risulta in parte crollata. Sono ancora leggibili comunque tre indicazioni: due per Bito(n) tvm ed una per Barvm (rivolta verso Palese). La zona circostante al monumento è interessata da lavori di spianamento e risistemazione: motivo per cui siamo indotti a credere che “inavvertitamente”, come spesso accade, qualche mezzo meccanico utilizzato “in maniera piuttosto maldestra” urterà e farà crollare il monumento. Offrendo cosi l’opportunità agli “studiosi” di cui sopra di scrivere i loro aulici epitafi malgrado la loro vigilanza non sia stata sempre attenta. Amen.