“Siamo
in allarme perché la riforma della Pac ed i criteri di applicazione in Italia
sui quali si sta discutendo a livello nazionale, tra Ministero, Regioni e Organizzazioni
agricole rischiano di assestare un duro ed irreversibile colpo alla
olivicoltura italiana”. In questo modo ha esordito Gennaro Sicolo,
Presidente del Consorzio Nazionale degli Olivicoltori (CNO) davanti ai
parlamentari della Commissione agricoltura della Camera dei Deputati, nel corso
di una audizione che si è tenuta questa mattina.
“Sono
a rischio centinaia di migliaia di ettari di oliveto e tante famiglie che
basano la loro economia e dedicano la loro forza lavoro al settore dell’olio di
oliva rischiano di compromettere il loro reddito, di perdere l’occupazione e,
dunque, di essere forzate ad abbandonare l’attività, con un danno personale, ma
anche collettivo, considerato il ruolo ambientale, territoriale, paesaggistico,
oltre che economico del nostro settore”.
Il centro
studi del CNO ha elaborato una simulazione che quantifica l’impatto della
riforma, alla luce dei criteri applicativi sui quali l’Italia si starebbe
orientando. Oggi i pagamenti diretti della Pac coprono tra il 25 ed il 50% del
valore della produzione vendibile di una azienda olivicola standard. I premi di
Bruxelles sono il 60% del margine operativo lordo di una azienda che produce
olive e ci sono casi nei quali il peso supera il 100%. Ciò significa che
compromettere i futuri pagamenti diretti significa far perdere a tali aziende
la capacità di coprire i costi di produzione.
“Abbiamo
costituito un gruppo di lavoro ad hoc che ha studiato l’iter di approvazione
della riforma ed il possibile impatto sul nostro settore. Grazie all’impegno
del Parlamento europeo, le proposte della Commissione sono state migliorate, ma
non si è del tutto scongiurato, ha notato Sicolo, il rischio che gli
olivicoltori possano perdere la maggior parte dei pagamenti diretti fino ad
oggi intercettati. Le aziende olivicole possono perdere anche fino al 70% del
sostegno oggi erogato. Le scelte nazionali devono tenere conto di ciò e del
possibile compromettente impatto sul settore dell’olio di oliva che in alcune
regioni, soprattutto al Sud, riveste un ruolo fondamentale, dal punto di vista
economico, ambientale e sociale”, ha ammonito Sicolo.
“Abbiamo
avanzato delle proposte, lungamente meditate, ha detto il presidente del CNO
nel suo intervento. Siamo persuasi che esistano le condizioni per circoscrivere
l’impatto. Si deve lavorare non solo sui pagamenti diretti disaccoppiati, ma
pure sul sostegno accoppiato, sullo sviluppo rurale e sulle misure di mercato,
con particolare riferimento all’aggregazione dei produttori nelle OP. Poi, ha
concluso Sicolo, è arrivata l’ora di elaborare, ma soprattutto di realizzare,
diversamente da quanto avvenuto in passato, un Piano Nazionale Olivicolo, così
come è stato tempestivamente fatto dalla Spagna e dagli altri Paesi
mediterranei che ora minacciano la nostra tradizionale leadership nel settore a
livello internazionale”.
Cliccando qui http://webtv.camera.it/home è possibile guardare il video dell’audizione di Sicolo alla XIII Commissione.