«Sto
per avere lo sfratto esecutivo, ho una finanziaria da pagare, bollette in
scadenza e devo pagarmi da vivere. Chiedo persino l’euro per il pullman».
Marina
Scarangella si sfoga con noi e, invitandoci ad entrare
nella cucina in cui si è barricata,
ci apre anche le porte del suo cuore, della sua vita. «Quando mi sveglio, mi chiedo: che vivo a fare?» ci confessa.
Questa non è la (ahinoi) classica storia di una persona
schiacciata dalla crisi e dalla disoccupazione.
Marina un lavoro ce l’ha. Da ben 34 anni è cuoca nell’Istituto Maria Cristina di
Savoia, ma da stamattina ha deciso di incrociare le braccia, in attesa di
una risposta concreta.
«Da
8 mesi non abbiamo lo stipendio. Ci avevano promesso che entro il 30 ottobre ci
avrebbero pagato almeno un mese, ma è l’ennesima promessa non mantenuta.
Abbiamo avuto un incontro in Regione, in cui ci hanno detto che non possono
aiutarci, ma proprio il presidente Elia,
da loro nominato, ci ha ridotto in questa situazione».
«Abbiamo
più volte parlato con l’ex presidente – spiega – lo abbiamo invitato a far
qualcosa perché l’utenza diminuiva. Ma lui ci diceva che era tutto ok. Quando è
andato via abbiamo saputo del debito di
un milione di euro».
Un buco impressionante che anche il nuovo presidente Vito Masciale non riesce ancora a gestire.
L’ultimo campanello di allarme è arrivato avantieri,
quando nella struttura è stata staccata
l’acqua, riallacciata solo oggi in tarda mattinata.
«Come
hanno trovato i soldi per pagare l’acqua, li trovassero anche per i nostri
stipendi – urla – Ci chiedono
di avere pazienza perché tra 5 anni si sistemeranno le cose. Ma noi in questi
cinque anni cosa facciamo? Se vado in Comune a chiedere aiuto per pagare l’affitto,
mi rispondono che ho un lavoro e che prima o poi verrò pagata. Mi vengono
chiuse tutte le porte».
«Abbiamo
chiesto aiuto ai sindacati – continua – ma ci mettono a tacere dicendoci che se l’Istituto chiudesse, noi
saremmo nella stessa situazione. Ma ci licenziassero, ci dessero la
liquidazione, il sussidio di disoccupazione».
«Veniamo
a lavorare per misericordia, mentre i nostri capi sono in ferie. Sono stanca. Ho chiesto l’intervento dei Carabinieri,
del magistrato. Se qualcuno ha sbagliato, deve pagare».
«La
dottoressa Scaraggi mi ha detto “cosa credi di risolvere così?” ma non mi
interessa. Se non mi danno almeno uno
stipendio, non riprenderò a cucinare».
Oggi, infatti, gli ospiti dell’Istituto Maria Cristina
hanno pranzato solo grazie al cibo
ordinato ad una ditta esterna.
«Che
si rivolgano pure agli esterni. Ma almeno loro saranno pagati?».