“Bitonto
resta una realtà difficile e complessa, dove, nonostante le operazioni portate a termine contro i
clan Conte, Cipriano e Strisciuglio, la situazione continua ad essere preoccupante”.
Non usa giri di parole il capo della
Squadra Mobile di Bari, il dott. Luigi Rinella, per descrivere la nostra
città.
Il panorama emerso nella conferenza stampa di sabato scorso presso la Questura del capoluogo è sempre il medesimo. Desolante.
“È una piazza calda. E le grandi movimentazioni
di droga, infatti, spiegano anche e soprattutto le frizioni fra i clan, che
sono culminate proprio nelle sparatorie di questi giorni, cui volevamo dare
subito una risposta. Il problema più spinoso che rende tutto più difficile è l’assenza
assoluta di collaborazione della cittadinanza, non si registrano neppure
segnalazioni anonime”.
I dettagli dell’operazione, ancora una
volta, ammesso e non concesso che ce ne fosse stato bisogno, illustrano come
il territorio bitontino sia flagellato dal traffico di sostanze stupefacenti. E
sarebbe bene porsi degli interrogativi non solo su chi si scontra per gestirlo,
anche cercando di ammazzarsi, ma pure su chi ne fa uso, legittimando di fatto
la malavita. “La Squadra mobile è in
pianta stabile a Bitonto, dove comunque è attivo l’ottimo commissariato guidato dal dott. Triggiani (recentemente promosso primo dirigente, ndr) pensate che questo che stiamo illustrando è un intervento
di routine, che pure ci ha portato alla scoperta di un quantitativo ingente di
materiale necessario allo spaccio di sostanze stupefacenti. Infatti, anche se di
solito un pusher tenta di tenere poco addosso, sia di dosi che di banconote,
probabilmente stava facendo il giro per distribuire il tutto ai piccoli
spacciatori satelliti”.
Dunque, questi gli uomini assicurati alla giustizia.
Il primo è Paolo Cagnetti, classe ‘90, per
lui sono scattate le manette perché ritrovato con una Beretta calibro 9×21,
rubata ad un metronotte di una città limitrofa, con 15 colpi e nascosta in un
marsupio, 100 dosi di marijuana, hashish e cocaina, 500 euro di banconote di
piccolo taglio. È l’elemento di maggior spicco dei tre, perché vicino a
Michele Cozzella.
Nella sua abitazione, perquisita poco dopo, sono stati
rinvenuti due pezzi di coca purissima, hashish e marijuana, oltre a
materiale per il confezionamento delle dosi. Dunque, per lui i capi d’imputazione
sono detenzione abusiva di armi e detenzione e spaccio di stupefacenti.
Arrestati anche per detenzione ai fini di spaccio di
sostanze stupefacenti Giuseppe Cassano, classe ‘67, con precedenti
per furto e reati contro il patrimonio, e Michele Sabba, classe 1994, quest’ultimo
residente nel centro storico, perché trovati in possesso di dosi di marijuana e
hashish.