Ritarderà di due settimane il processo sull’incidente ferroviario che il 12 luglio 2016, tra Andria e Corato, provocò la morte di 23 persone e il ferimento di altre 51. La data fu fissata per il 28 marzo nello scorso dicembre, quando il giudice per l’udienza preliminare Angela Schiralli decise il rinvio a giudizio degli imputati.
La data, dunque, è spostata all’11 aprile, a seguito di un decreto di differimento del presidente del Tribunale Antonio De Luce. Rinvio motivato dalla volontà di attendere la presa di possesso dei nuovi magistrati all’ufficio in questione, che è prevista proprio nei primi giorni del mese di aprile, e dalla difficoltà a formare un collegio di tre giudici per affrontare il processo.
Sono diciotto, ricordiamo, le persone imputate tra vertici della Ferrotramviaria, ministero delle Infrastrutture e Trasporti, autorità di vigilanza e controllo, i capistazione di Andria e Corato e il capotreno di uno dei convogli scontratisi, sopravvissuto egli stesso al disastro, causato dall’obsoleto sistema di blocco telefonico usato per regolare una tratta a binario unico.
A loro sono contestati i reati di disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e inosservanze della normativa su trasporti e sicurezza dei posti di lavoro.
Feriti e parenti delle vittime si sono costituiti parte civile insieme ai comuni di Andria, Corato e Ruvo di Puglia, alla Regione Puglia all’Associazione Consumatori e Utenti e all’Associazione nazionale dei lavoratori mutilati e invalidi del lavoro. Confermata per il 14 marzo, tuttavia, sarà la discussione del giudizio abbreviato chiesto da Elena Molinaro, direttrice della «Divisione 5» della direzione generale del Ministero per le Infrastrutture e Trasporti.