Bitonto, importante comune della provincia di Bari, si conferma un territorio cruciale nella complessa mappa della criminalità organizzata pugliese.
Gli episodi recenti evidenziati nella relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia (DIA), riguardanti il secondo semestre del 2023, offrono un quadro drammatico ma significativo delle dinamiche criminali che coinvolgono la città e i comuni limitrofi.
Il 19 settembre 2023, la polizia di Stato ha eseguito a Bitonto un’importante operazione, che ha portato all’arresto di quattro individui vicini al clan Strisciuglio di Bari, uno dei gruppi mafiosi più potenti della regione. Gli arrestati sono accusati di tentata estorsione e lesioni personali aggravate da modalità mafiose. L’indagine ha rivelato l’uso sistematico della violenza e delle minacce per risolvere controversie legate a un capannone ottenuto da una vittima tramite asta giudiziaria. Questo episodio evidenzia come i clan cerchino di mantenere il controllo economico del territorio, anche sfruttando bandi e aste pubbliche.
Un ulteriore capitolo riguarda il clan Cipriano, il cui predominio su Bitonto e le aree circostanti è stato più volte messo in discussione da gruppi rivali, come il clan Conte. Le indagini delle forze dell’ordine hanno confermato l’egemonia del clan Cipriano nonostante la detenzione dei suoi leader. In questo contesto, si inserisce l’operazione “Porta Robustina”, che ha portato alla recente sentenza di condanna di 25 imputati, culminata con una pena di 18 anni e 6 mesi per il presunto capo del sodalizio.
L’operazione ha smantellato una rete criminale dedita principalmente al traffico di stupefacenti, un’attività illecita che rappresenta una delle principali fonti di guadagno per i clan locali.
Questo processo dimostra l’efficacia dell’azione giudiziaria, ma anche la complessità delle dinamiche interne a una criminalità organizzata che continua a rinnovarsi e a resistere alle azioni repressive.
La costante presenza della criminalità organizzata a Bitonto pesa non solo sulle istituzioni ma anche sulla comunità locale.
Il conflitto tra clan rivali, che spesso si traduce in violenze e minacce, influisce sulla sicurezza percepita dai cittadini e sulla vivibilità della città.
Le operazioni condotte dalle forze dell’ordine negli ultimi mesi dimostrano la volontà dello Stato di contrastare con determinazione queste dinamiche, ma la sfida resta complessa. Serve una strategia integrata che includa non solo l’azione repressiva, ma anche investimenti in educazione, inclusione sociale e sviluppo economico, per sottrarre terreno fertile alla criminalità.
In questo contesto, il ruolo della società civile, delle associazioni e dei cittadini è fondamentale per creare un fronte comune contro l’illegalità. Bitonto può e deve aspirare a essere un simbolo di riscatto, capace di liberarsi dal peso della criminalità organizzata e di riscoprire il proprio potenziale culturale, sociale ed economico.