Con il primo meeting transnazionale che si terrà a Bitonto il 17 e 18 dicembre, hanno inizio ufficialmente le attività del progetto europeo “Cultural Crossroads” coordinato dal Consorzio Social Lab, con il coinvolgimento di altri 6 partner, da Italia, Grecia, Spagna, Cipro, Olanda e Turchia.
La proposta progettuale, classificatasi al primo posto della graduatoria italiana dei progetti Erasmsus Plus – Azione chiave 2 Partenariati strategici per l’Educazione degli adulti, affronta una problematica estremamente attuale per i paesi coinvolti, e per l’Europa intera, la creazione di percorsi di dialogo e confronto interculturale.
Di fronte agli effetti della crisi migratoria che ha investito l’Europa, i sistemi nazionali non si sono mostrati pronti ad ospitare i nuovi arrivati, integrarli in modo efficiente all’interno della società e nel mercato del lavoro, supportandoli nello sviluppo delle loro competenze necessarie per familiarizzare con la cultura e il contesto nazionali.
La mancanza di sostegno e formazione mirati ha gravi conseguenze, da un lato l’esclusione dei migranti dagli aspetti sociali e lavorativi della società locale, dall’altro lato le preoccupazioni per le crescenti comunità di rifugiati che hanno portato a richieste di restrizioni sull’immigrazione, accanto alla diffusione di stereotipi riferiti ai rifugiati (e, spesso, musulmani) con un’immagine negativa combinata molto spesso con parole come “fanatico”, “fondamentalista”, “militante”, “ terrorista “e” violenza”.
Quale possibile intervento per la società civile e la cittadinanza europea?
Il progetto Cultural Crossroads punta a migliorare la comprensione tra le comunità attraverso una strategia di intervento finalizzata da un lato allo sviluppo di capacità di educatori e professionisti del settore sociale e culturale, e dall’altra attraverso la costruzione di coalizioni all’interno della comunità.
Come? Attivando dei network locali tra le parti interessate (rappresentanti di locali, immigrati e comunità culturali, educatori e formatori, autorità locali / regionali / nazionali) coinvolgendo operatori multisettoriali (assistenti sociali, mediatori interculturali, educatori, psicologi, sociologi, operatori interculturali e interreligiosi) che diano vita a comunità di pratica; Strutturando un Toolkit che fornirà linee guida, materiali e metodologie per l’implementazione di attività interculturali mirate a promuovere incontri, discussioni, e a prevenzione degli stereotipi riferendosi a utenti misti, incentrate su: arte, musica, cibo, religione, sport, cittadinanza attiva e attivazione di comunità.
La prima azione sarà quella di mappatura dello stato dell’arte, dei rischi e delle percezioni emergenti, dei fabbisogni formative di operatori e cittadini.