Nessun miglioramento sulla questione randagismo, che
sembra, al contrario, continuare ad affliggere gli abitanti di Bitonto e delle
sue frazioni.
Nulla a che fare con l’amore per gli animali, i
residenti delle zone più colpite dal problema, (quasi sempre, ma non solo le
periferie) ormai divenuto atavico negli anni, si sono rivolti ai mezzi di
comunicazione per denunciare le condizioni in cui si è costretti a vivere. Perché,
al contrario di quanto si possa pensare, la questione non è unicamente legata
alla sicurezza pubblica, ma anche all’igiene delle strade percorse abitualmente
dai cittadini.
«Abito a Palombaio,
-ci ha raccontato ieri, esausta, una
ragazza- e percorro giornalmente la strada tra Bitonto e il mio paese, spesso
anche a tarda sera e credo non si possa può restare indifferenti su un problema
che rischia di divenire un vero e proprio pericolo per umani e animali. Ho
schivato spesso cani di grossa taglia con la mia auto, persino invadendo la
corsia opposta, oltretutto in una strada da sempre ritenuta poco sicura, che ho
poi ritrovato morti sul ciglio della strada».
Ma, ad aggravare la situazione, si aggiunge la
condizione igienico-sanitaria delle vie, «a
Palombaio, così come a Mariotto e nel centro antico di Bitonto, – continua-vige il sistema di raccolta differenziata
porta a porta, il che significa che la popolazione ha il diritto e dovere di
lasciare i sacchetti dei rifiuti all’esterno delle proprie abitazioni, fino a
quando gli operatori addetti non li ritirino. I cani, affamati e in cerca di
cibo, sventrano i sacchetti, spargendo per le strade la spazzatura, che sotto
il sole cocente dell’estate, emana davvero un pessimo odore, oltre alle loro
deiezioni».
A detta dei residenti, inoltre, quando è stato chiesto
alla società che si occupa della raccolta dei rifiuti di adottare le pattumiere,
che terrebbero così chiusi i sacchetti fino all’arrivo degli operatori, gli è
stato risposto che questo sistema rallenterebbe il lavoro, già impegnativo, di
raccolta nel centro antico di Bitonto e a Palombaio e Mariotto.
Non si capisce, dunque, come e quando il problema potrà
essere risolto e a quale prezzo, perché è ovvio che, oltre al bene degli uomini,
è necessario che sia tutelata anche la salute e l’incolumità degli animali.
Intanto, data la frequenza delle segnalazioni a tal
riguardo e la completa assenza di risposte da parte dell’amministrazione, nella
comunità comincia a serpeggiare il dubbio che «nessuno voglia ascoltarci».