di Fabio Abbattista
Niente di più bello poteva accadere nella nostra comunità di Bitonto. Grazie all’associazione Cenacolo dei Poeti, il 21 giugno, nella chiesa di San Valentino, abbiamo avuto il privilegio e l’onore di poter “viaggiare” in tantissimi luoghi e poter condividere molte emozioni grazie alla fisarmonica del Maestro Leonardo Di Gioia o, come lui pretende di essere chiamato semplicemente: Leo.
L’aspetto tecnico non ha certo bisogno di essere spiegato visto i tantissimi riconoscimenti internazionali da lui ottenuti. Il pubblico in visibilio, l’attento ascolto alle sue composizioni, i sorrisi e gli scambi di occhiate tra la gente durante le sue improvvisazioni, la richiesta esplicita di due bis nonostante il caldo, confermano la fama che lo precede, quella di uno dei migliori fisarmonicisti al mondo.
Ma l’aspetto più intrigante vien fuori solo quando capisci chi è Leo o quando ci parli; perché prima della sua esibizione, gironzola per il quartiere porta robustina, sulla piazza appena riqualificata, zaino in spalla, sorseggiando una bibita analcolica e cellulare al seguito come un normalissimo ragazzo della sua età. Quasi non lo si riconosce in veste di concertista. Successivamente al concerto poi, parlarci diventa spiazzante per via della sua gentilezza, il suo sorriso, disponibilità ed ironia, con la pretesa che gli venga dato del tu, e in un niente sembra di conoscerlo da una vita.
Musicista di Ruvo Di Puglia, 36enne, ringrazia Bitonto, il sindaco Francesco Paolo Ricci, il neo parroco della parrocchia Sant’Andrea Apostolo don Andrea Magistrale suo coetaneo e altrettanto sorridente ed entusiasta, l’associazione “Cenacolo dei Poeti” e i suoi fondatori Nicola Abbondanza e Pasquale Rienzo per l’invito, il dottore Giovanni Ciccarone e la professoressa Lucia Achille, il cameramen Mimmo Latilla;
elogia il suo paese Ruvo di Puglia, ringrazia il Talos Festival della famiglia Minafra, i suoi insegnanti, con un piccolo dente amaro nei confronti dell’amministrazione per la poca visibilità che vien data ai tantissimi musicisti ruvesi, compreso lui, ma si sa: “nemo propheta in patria”.
Mi regala anche un suo disco e mi chiede di scrivergli qualche riga.
Lo faccio con piacere. Lo merita a mani basse.
Rare volte ho assistito ad un connubio del genere: professionalità e umiltà. Le virtù dei grandi insomma.
Spero di riascoltarlo di nuovo: fa bene all’anima. Magari nei primi giorni del prossimo agosto in piazza Cattedrale al Beat Onto Jazz Festival, sotto l’attenta e arguta direzione artistica dell’Avv. Emanuele Dimundo presidente dell’Associazione “InJazz”.