Già nei mesi scorsi c’era stato un duro faccia faccia giornalistico fra l’artista Manlio Chieppa e l’assessore al marketing bitontino Rino Mangini.
Al centro della contesa, la mala gestione della Civica Galleria d’arte contemporanea ubicata negli spazi del Torrione angioino.
La polemica pareva essersi sopita, quando, invece, il pittore barese è tornato sull’argomento con un articolo infuocato sul numero di maggio di Contrappunti, la rivista diretta dallo storico giornalista musicologo Franco Chieco.
E qui Chieppa ha allargato gli orizzonti della discussione, colpendo con strali acuminati anche altri enti accusati di “sciatteria” nella gestione delle opere d’arte, abbandonate all’incuria: “Quelle mirabili opere vengono oscurate dalle orde dei nuovi barbari che avanzano nell’ignavia di chi occupa il Palazzo“.
E la disamina continua, toccando dolorosamente i nostri lidi: “In alcuni casi, incombono gli sgomitanti neofiti, alla ricerca di un circuito multimediatico. Come accaduto nella “dotta” Bitonto col Torrione Angioino, che recuperato alla storia, è sede dal 2009 della Civica Galleria d’Arte Contemporanea. Una iniziativa dei sindaci dell’epoca che tra opere della Fondazione Quonzo-Sivilli (1981) e sollecitate donazioni “modali” con rappresentativi artisti pugliesi della seconda metà del Novecento, costituirono il primo nucleo con 70/80 pezzi“.
Segue l’elenco degli autori, davvero di grande fama.
Dunque, “un avvio improntato sulla qualità della proposta, sfilacciatasi senza ritegno, per una società che sembrerebbe abbia smarrito d’ogni ragione, arrivando persino – ci riferiscono – a rimuovere o coprire le opere, alla mercé di promiscuità di circoli e associazioni varie“.
Il maglio dell’artista s’abbatte su Bitonto: “Una dissacrazione con aperture “saltuarie” e personale improvvisato. Insomma, una Babele, che abbiamo verificato dopo che Matteo Masiello, artefice della mission, aveva ritirato le sue imprese per una impresa fallita“.
Il racconto della catastrofica visita di Chieppa al maschio nostro fu pubblicato sulla Gazzetta. Replicò allora l’assessore Mangini, assicurando che il contenitore culturale sarebbe stato vieppiù valorizzato nei giorni a venire.
Purtroppo, veniamo a sapere, questa spiegazione non ha convinto l’artista barese.
Che il 17 aprile scorso ha ritirato le sue opere pittoriche dal Torrione…