Liste d’attesa lunghissime, spazi angusti, pavimento disconnesso, calcinacci che cadono dal soffitto, rampa d’accesso in ferro traballante e con copertura di plexiglass che lascia i pazienti al freddo o al caldo torrido. È la condizione in cui viene erogato il servizio di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza nel Presidio Territoriale di Assistenza di Bitonto.
«Ci vanno di mezzo i bambini -ha denunciato un genitore-, il diritto alla salute non andrebbe negato a nessuno. Ci sarebbero degli spazi più idonei nella struttura dove accogliere tutta l’utenza, nessuno escluso. Si pensi a chi aspetta la terapia per i propri figli e non può permettersi di ricorrere al privato».
Questi interventi vanno fatti in età evolutiva perché con determinate patologie si corre il rischio di avere serie difficoltà di recupero. Sono alcune delle denunce contenute nella lettera scritta e firmata dall’ex consigliere regionale Domenico Damascelli, attualmente all’opposizione nell’emiciclo cittadino, e da circa 30 genitori. È stata indirizzata al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, all’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese, al direttore del Dipartimento Promozione della Salute, Vito Montanaro e al direttore generale della Asl di Bari, Antonio Sanguedolce, per chiedere un intervento tempestivo sulle condizioni critiche in cui versano gli ambienti in cui viene erogato questo servizio. Da circa un mese sul tavolo dei destinatari, ad oggi ancora nessuna risposta.
«Il nostro appello -ha sottolineato un genitore- è a soddisfare al più presto la richiesta per il bene dei piccoli. Non è un nostro capriccio. Ci sarebbero dei bambini che vengono dimessi dalla terapia perché a detta dei professionisti avrebbero raggiunto determinati obiettivi, ma non si ha certezza che sia così».
Attualmente circa 60 sono i pazienti, il servizio è erogato in sale che consentono di svolgere a fatica le attività e i professionisti impegnati si vedono costretti ad alternarsi a causa dell’insufficienza dei vani. Succede che i bambini svolgono meno ore rispetto a quelle previste di terapia.
«Gli spazi angusti non permettono l’attivazione della fisiochinesiterapia e della terapia occupazionale di cui molti bambini necessitano», ha aggiunto. Negli ultimi mesi si è anche manifestato il rischio che questo importante servizio potrebbe essere trasferito in altri ambienti diversi da quelli sanitari e non idonei. «Vi è la possibilità -ha confermato Damascelli- di mantenere questo servizio all’interno dell’ex nosocomio, ma in altri spazi decorosi e confacenti alle esigenze dei piccoli pazienti e degli operatori». Si tratta di un diritto da rivendicare in prima linea.
«Le famiglie, invece, avvertono sentimenti di distanza da parte delle istituzioni», ha dichiarato Damascelli. La richiesta, per questo, dell’ex consigliere è «una immediata risoluzione della vicenda e un impegno da parte dell’autorità amministrative e politiche così da poter tutelare il più possibile le esigenze del territorio e dei cittadini».
Alcuni servizi della Neuropsichiatria si sarebbero dovuti trasferire in tre locali già attrezzati nell’ex Tribunale di Bitonto, tuttora oggetto di lavori di riqualificazione. «Non sarebbe stato opportuno dunque far partire le attività»ha commentato il sindaco Francesco Paolo Ricci.
Per il primo cittadino, che ha avviato sin dai primi mesi del suo mandato un’interlocuzione con i vertici regionali e l’ASL Bari, l’obiettivo deve essere però «allocare tutti i servizi in un’unica struttura». Probabilmente diversa da quella dell’ex nosocomio.
Secondo una relazione tecnica dell’ASL, non condivisa però dai dirigenti del Distretto Socio Sanitario Bari 3, l’immobile in via Comes verserebbe infatti in condizioni tali da non permettere alcuna riqualificazione. Un problema che potrebbe impedire anche la riconversione, promessa grazie ai fondi PNRR, in ospedale di comunità.
L’amministrazione però starebbe già vagliando delle soluzioni. Tra le possibilità quella di individuare altri immobili comunali o terreni in zona artigianale su cui edificare.