Nessuna
risposta, o almeno non quelle che si aspettavano.
Ieri
mattina, Francesco e Francesca, i due medici venuti alla ribalta per
aver messo in risalto più di una criticità nel sistema sanitario
pugliese, essere sotto procedimento per questo, e le conseguenti
proteste con tanto di catene e bavaglio alla bocca, volevano di più
dal presidente della Regione nonché assessore alla Sanità, Michele
Emiliano.
In
occasione del Consiglio regionale, il medico bitontino e la collega
in servizio ad Altamura hanno di nuovo preso le catene, accompagnati
da una folta delegazione dei sindacati Usppi e Fsi nonché da gente
comune. Papappicco e Mangiatordi volevano che l’ex sindaco di Bari
prendesse posizione sulla loro vicenda come ha promesso di fare poco
più di un mese fa.
Anche
perché tutt’altro che chiusa e archiviata come aveva promesso loro
il direttore generale della Asl di Bari, Vito Montanaro. Hanno
scoperto, invece, che Francesca ha avuto «censura
scritta»,
ed è stata invitata a non reiterare quanto le viene contestato. La
posizione di Francesco «rientra
nell’ambito di una procedura non ben chiara»
(http://www.dabitonto.com/cronaca/r/medico-bitontino-e-collega-ancora-in-catene-per-protesta-domani-sit-in-degli-operatori-sanitari/7215.htm).
Secondo l’Azienda sanitaria locale, insomma, sarebbero responsabili
di aver gettato discredito sulle strutture dalle quali dipendono e
arrecato un generico danno di immagine.
«Emiliano– racconta
ai nostri taccuini Francesco Papappicco – ha
disapprovato la forma di protesta plateale invitandoci a difenderci
nelle sedi opportune come previsto dalle leggi. Io, allora, ho
sollevato non pochi dubbi sulla terzietà di giudizio dell’organismo
disciplinare interno all’Asl, e ho mostrato i macroscopici errori
formali dei due procedimenti a cominciare dalle date sbagliate degli
eventi contestati, ma ho riscontrato la sua chiusura e l’imbarazzo
di fronte all’evidenza».
Ecco,
allora. Nessuna risposta concreta dai vertici più alti della
politica regionale.
Ma
la protesta continua, eccome. «Saremo
costretti –
spiega il medico bitontino – a
difenderci seguendo le canoniche vie giudiziarie e a richiedere
l’eventuale ristoro dei danni subiti. Un risarcimento che quasi
sicuramente si dovrà accollare ancora una volta il contribuente e
non i responsabili di questa assurda storia».
Oltre
alle vie legali e agli avvocati, Francesco e Francesca hanno in mente
anche altro. «Ci
incateneremo – dice
– in
luoghi simbolo che neanche immaginano, andremo in qualche
trasmissione televisiva e magari faremo sentire la nostra voce nelle
sedi di giornali. Useremo, allora, le forme più disparate».
E nel frattempo, il gruppo pubblico su Facebook #noiduecimettiamolafaccia ha raggiunto quasi 2.450 iscritti