Hanno
ripreso le catene che avevano messo a riposo da metà agosto in poi.
Francesco Papappicco, medico bitontino in servizio a Gravina, e
Francesca Mangiatordi, sua collega che lavora ad Altamura, avevano
ricevuto rassicurazioni direttamente dal direttore generale della Asl
di Bari, Vito Montanaro, che la loro posizione sarebbe stata risolta
entro la fine di agosto. L’Azienda sanitaria locale contesta loro
presunti
comportamenti deontologici non corretti e danno di immagine alle
strutture criticate sulla stampa nei mesi scorsi.
Purtroppo
però non è andata così. La Commissione ad hoc che ha valutato il
caso si è espressa diversamente, nonostante lo stesso Montanaro
aveva espressamente parlato di procedimenti contraddistinti da «vizi
di forma». Mangiatordi,
allora, è stata sanzionata con la «censura
scritta»,
ed è stata invitata a «non
reiterare comportamenti non rispettosi».
La
posizione di Papappicco, invece, «rientra
nell’ambito di una procedura non ben chiara».
Tutto
chiuso? Niente affatto. Francesco e Francesca sono ancora più
determinati che mai e non arretrano di un centimetro. Uno solo. Sabato hanno ripreso a protestare, ovviamente in catene e bavaglio
alla bocca,davanti
alla sede della giunta regionale. Vogliono che la politica (in primis
il presidente della Regione, Michele Emiliano) si faccia sentire non
con le parole ma con i fatti.
Torneranno
a farlo domani, e non è un caso. C’è il Consiglio regionale, e gli
operatori sanitari hanno annunciato un presidio davanti alla sede di
via Capruzzi. «Basta
bavagli, vogliamo soluzioni»,
sarà il loro motto.