I Comitati di Quartiere sono occasione di coesione e di
sperimentazione dal basso della vita politica, arma a doppio taglio
Lo scorso sabato, all’interno del Torrione Angioino, una piccola fetta di Bitonto ha partecipato al forum sui comitati di quartiere. Presenti a dar risposte: il vicesindaco Rosa Calò,Rocco Rino Mangini, assessore del marketing territoriale, i consiglieri Francesco Mundo, Pippo
D’Acciò e Matteo Masciale.
Dopo Palombaio e Mariotto e il primo avviso pubblico,
anche a Bitonto si è tenuto un forum di riflessione sulla formazione dei
comitati di quartiere. Secondo quanto recita l’art.3, “il Comitato di
Quartiere è un istituto di partecipazione del Comune di Bitonto finalizzato a
favorire la partecipazione attiva e propositiva dei cittadini alla vita
amministrativa comunale”.
Il Comitato di Quartiere non ha una personalità
giuridica,non ha scopo di lucro e punta alla partecipazione democratica dei
cittadini e al bene comune. Possono far parte: coloro che hanno compiuto il 16°
anno di età e hanno la residenza o dimora nel quartiere con la dovuta
autocertificazione, tutti i titolari/rappresentanti di un’attività commerciale,
professionale, produttiva,associazionistica e di istituzioni religiose con sede
nel quartiere. L’adesione a massimo due comitati di quartiere è libera e
gratuita, come componenti dell’Assemblea di Quartiere, come residente e/o
dimorante e come portatore di interesse.
Il nostro territorio è organizzato in 14 quartieri, più quelli di Palombaio e Mariotto. Perché cosi tanti? «Nella suddivisione dei quartieri si son
seguite due logiche – ci ha spiegato l’assessore Mangini -. La prima legata al
gruppo urbanistico di una città fatta di proprietari e una base di cittadini
veterani, che porta ad un’organizzazione a raggiera. La seconda prevede un
massimo di 6000 abitanti per quartiere».
I Comitati di Quartiere sono un’arma a doppio taglio, perché come tutte
le cose presenta dei rischi. «Il valore
aggiunto – ha specificato l’ass. Mangini– è il percorso partecipato, che evita la
dispersione delle numerose istanze». E’ stato redatto un regolamento, tenuto nel calderone per
un anno e poi offerto ai cittadini per maggior chiarezza. « Se è vero che tutti devono partire, è anche vero che non tutti possono
essere pronti nei vari quartieri.Sono stati indetti dei bandi ciclici, uno ogni quattro mesi proprio per
questo».
La prima fase di questo iter prevede due chiamate: quella del 14 ottobre per raccogliere la
disponibilità comunicando personalmente gli estremi e quella del 27 novembre per la coordinazione
dell’assemblea costituente. Passaggio successivo è quello delle elezioni che porterà alla scelta del
presidente, vice-presidente ed segretario. Secondo l’art. 17, “sono elettori tutti
i cittadini che hanno compiuto il 16° anno di età entro il giorno fissato per
le elezioni e che hanno residenza o la dimora nel quartiere, attestata con
autocertificazione, compresi i cittadini dell’Unione Europea ed i cittadini
extra comunitari regolarmente residenti nel quartiere”. Le prime elezioni
sono seguite dall’Assemblea Costituente e le seconde dal Consiglio Direttivo.
Durante il forum, ciascun cittadino ha evidenziato le proprie perplessità e
fatto riflessioni. Ci si è chiesti il perché non ci fosse uno statuto unico per
tutti i quartieri e se ci fossero locali comunali disponibili per le riunioni.
L’ass. Mangini ha spiegato: «Ovviamente
lo statuto è unico. Ogni comitato con un referendum definisce la propria
identità. Secondo quanto specificato nell’art. 2, sono disponibili locali
comunali a titolo gratuito o scuole. In base alle condizioni economiche, poi si
forniranno gli strumenti necessari».
Ma che relazione c’è tra i comitati di
quartiere e la città metropolitana? «Non
è un organismo amministrativo, quindi
non collide con altro. Il vero obiettivo è quello culturale, sociale e poi
politico di rinsaldare i rapporti dei cittadini». I Comitati di Quartiere
sono occasione di coesione e di sperimentazione dal basso della vita politica.
E’ necessaria una buona comunicazione e che niente
diventi lettera morta.
Ma come verranno gestite le proposte o richieste d’aiuto
dei cittadini? «L’amministrazione
comunale prenderà in considerazione le istanze, ma deve giudicare il peso,com’è
giusto che sia. Quello che vi offriamo è uno strumento boomerang, che debba
cambiare le prospettive. Tanto più si è capaci di ascoltare, tanto più si
potranno calibrare i doveri».
Il consigliere Francesco Mundo ha voluto dire la sua: «L’amministrazione ha voluto fornire ai cittadini uno strumento
affinché ognuno si avvicini alla vita politica comunale. Manca piena coscienza
di com’è fatto il Comune, se non si spiegano le mancate risposte». «La struttura ha da attendere a
numerosissime richieste. I comitati devono convogliarle, ordinarle. Ci devono
essere risposte collettive e partecipazione democratica».
A seguire, il
consigliere Matteo Masciale: «Ritengo che la direzione da seguire sia
quella della partecipazione. Altrove il fallimento è dipeso dal mancato
ascolto. Chiedo che ognuno si faccia portavoce e scommetta sulla fiducia».«Dobbiamo crederci tutti. Noi come città non possiamo contare su un passato vincente
in quanto a quartieri e comitati, ma sul fatto che le problematiche vengano
analizzate fino in fondo».
Così, il vicesindaco Rosa Calò risponde ai cittadini: «Bisogna prendersi cura del territorio e ampliare il raggio di vista. Si
devono fare accordi e portare all’attenzione richieste condivise anche dagli
altri quartieri. Si sta sui problemi e non sui cavilli. Necessità più
concretezza».
Il regolamento e l’avviso pubblico sono disponibili sul sito
internet del Comune.