È una storia tragica e assurda quella del signor Michele D’Amato. L’ha scoperta e raccontata l’ottimo collega Gianluca Lomuto de Il Quotidiano nazionale di Bari.
Michele vive a Bitonto, non ha più un lavoro e si batte strenuamente per rafforzare la speranza di vita di suo figlio Alessio.
Il piccolo è affetto dal morbo di Perthes e da Microdeletion Syndrome del CR16. Le ossa sono fragili e non reggono la struttura corporea del quattordicenne che è costretto a vivere sulla carrozzina da tenera età.
I polmoni sono per giunta menomati e la respirazione di conseguenza sempre a rischio.
Pure per addivenire a questa diagnosi – che al principio molti specialisti avevano liquidato come scoliosi – Michele ha dovuto lottare. Idem dicasi per la terapia adeguata, che è ancor più difficile da reperire.
Solo l’ortopedico Andrea Luca, incontrato quasi per caso fra i corridoi di uno dei tanti ospedali frequentati, ha fatto sì che si alleviasse la pena di Alessio, tramite due interventi chirurgici.
Michele, nonostante le abbia provate tutte, andando persino a lavorare al nord per mantenere la famiglia e finendo per dormire sotto gli alberi, ora è disoccupato ed ha bisogno di danari per curare il suo cucciolo.
Pare che a Los Angeles possa esserci la soluzione. Sì, ma come si fa a raggiungerla?
Il signor D’Amato è provato da questa dolorosa via crucis e vorrebbe solo una mano da chi può. Non altro…