La scuola, oggi, è un cosmo malconcio e incerottato. Resta
insostituibile palestra d’anime, ma quanti calcinacci giù per terra.
Ansie, affanni, paure, problemi, dolori a vagonate. Gioie e
soddisfazioni col contagocce. E tutto questo col sacrificio quotidiano di
studenti, personale Ata, docenti e dirigenti, secondo piramide invertita.
Così, anche la presentazione di un progetto
PON, “La scuola di tutti e di ciascuno”, che vede capofila l’Istituto
Comprensivo Caiati-Rogadeo, diventa occasione preziosa per dibattere su
questa bistrattata istituzione, che, tuttavia, ancora assicura nicchie di
libertà a chi vi lavora con impegno e dedizione cotidie.
Nel pomeriggio di lunedì scorso, infatti, in una sala consiliare gremita
di operatori del settore trepidanti non meno che un po’ delusi, s’è tenuto un
interessante convegno sul tema.
Il sindaco Michele Abbaticchio ha
enumerato interventi e investimenti comunali tramite i quali vorrebbe essere
sempre più vicino al mondo della scuola bitontina.
L’assessore alla Pubblica
Istruzione, Vito Masciale, ha esposto una profonda riflessione sulla
importanza della educazione: “Dobbiamo
parlare di formazione, non di informazione. Nelle scuole si lavora ogni giorno
per la democrazia, per trovare risposte adeguate alla eterogeneità dei bisogni
e per costruire una nuova dimensione formativa per una città a misura d’uomo.
La dispersione e l’abbandono sono fenomeni complessi che nascono dalla
difficoltà di ascoltare ed elaborare le istanze del frastagliato mondo
giovanile. L’interruzione del ciclo di studi, per scarsa motivazione allo
studio e scarso orientamento alla scelta, spesso, prelude all’ingresso nella
sfera della criminalità”.
Per il prof “l’educazione è
un’opera senza interruzione e per questo non ci vogliono tagli, ma un’oculata
lotta agli sprechi e alle diseconomie”.
“Ma la scuola è ancora un bene
comune?”, s’è chiesto provocatoriamente Giuseppe Elia, preside della Facoltà di Pedagogia dell’Università di
Bari.
“Fare l’insegnante oggi è molto
più difficile di una volta, perché è cambiato il mondo e sono cambiate le
problematiche da affrontare. Il sistema formativo, purtroppo, privilegia
l’individualismo, mentre è noto che le scuole in rete migliorano il tessuto
sociale e perciò urge dare continuità ai progetti”.
La prof.ssa Maria Pia Giannoccaro,
preside della scuola che guiderà il progetto, ha rimarcato “la cruciale valenza europea della
formazione, sottolineata da Lisbona 2020, importante soprattutto affinché nelle
scuole possano crescere nella maniera più corretta i cittadini del domani ed il
vecchio continente sia sempre più al passo coi tempi”.
L’ultimo intervento, sulla falsariga dei precedenti, è stato dell’assessore regionale Alba Sasso. “La scuola non è un costo, è un investimento.
Quasi tutte le politiche scolastiche hanno seguito finora un cammino assurdo e
contraddittorio: più si tagliava dall’alto e più si chiedeva dal basso,
affidandola, in fin dei conti, alla passione e alla dedizione dei docenti che
continuano a crederci, cui va sempre il nostro ringraziamento. Noi crediamo che
l’istituzione scolastica abbia bisogno del massimo appoggio perché devono
crescere insieme studenti e professori. Col progetto “Diritti a scuola” abbiamo
impiegato gran parte del personale precario e i ragazzi, specie quelli più
difficili, sono tornati ad essere visibili”.
Al lungo pomeriggio di parole e speranze non poteva far mancare, in
conclusione, il saluto augurale del prof.
Vincenzo Mininni, Provveditore agli Studi di Brindisi: ”Ogni volta che parte un progetto operativo
il futuro della scuola è sempre meno oscuro”.