In data 21 marzo
u.s., alle ore 09:05, è stato pubblicato l’articolo dal titolo «Mensa scolastica “da incubo”: pranzi
sbagliati, qualità del cibo pessima e bambini a digiuno. Nonostante la
possibilità di scegliere menù speciali per vegetariani e vegani, spesso sono
serviti anche piatti “indesiderati”», firmato dalla Redazione del “Da
Bitonto”.
Due giorni dopo,
oggi 23 marzo, alle ore 09:00, è stato pubblicato un altro articolo dal titolo,
questa volta, «Mensa scolastica. Un
genitore denuncia: “La qualità è pessima e l’anno prossimo non la vogliamo”.
Pesanti parole del padre di una bambina che frequenta la scuola “Fornelli”.
“Abbiamo già chiesto la rinuncia al servizio perché è scadente”», firmato
da Cotugno Depalma.
I titoli dei due
articoli recano espressioni suggestionanti con una connotazione negativa in
quanto evocative di un servizio pubblico comunale dannoso per la salute dei
bambini, senza alcun fondamento.
Entrambi gli
articoli non sono corretti dal punto di vista della cronaca perché non
sostenuti da situazioni accertate di irregolarità. Invero, le ispezioni
effettuate dagli organi locali preposti ai controlli sulla qualità del servizio
refezione scolastica hanno dato esito favorevole, in quanto tutto rispondente a
norma, come risulta da verbale della ASL Bari del 25.11.2016, depositato agli
atti d’ufficio.
Ciò premesso, con
riguardo alle notizie diffuse via internet il 21 e 23 marzo, la risposta dell’Amministrazione
civica si può così riassumere: 1) il servizio di refezione scolastica Anno Sc.
2016-2017 è stato affidato ad una ditta specializzata (id est: R.T.I. Pastore srl – Capital srl) secondo le vigenti disposizioni
normative e linee guida sugli appalti pubblici; 2) l’erogazione dei
pasti avviene a favore degli alunni di ben 43 sezioni di infanzia e di ben 26
classi di primaria, distribuite tra i vari plessi scolastici del territorio
comunale (ove non esiste soltanto la scuola “Fornelli”); 3) l’interesse per i
menù vegetariani/vegani è stato manifestato da appena due genitori, che
parrebbero gli stessi genitori dei bambini rimasti “a digiuno” nelle giornate
in cui sarebbe stata comunicata l’assenza degli stessi; circostanza emersa dalle
costanti attività di monitoraggio che l’Ufficio Refezione congiuntamente con la
Società di informatizzazione del “buono pasto” svolge, al fine di assicurare parità
di trattamento tra tutti i bambini (parità non sempre garantita dal sistema dei
buoni cartacei); 4) l’assenza di qualsivoglia segnalazione di irregolarità
durante la Commissione – Mensa del 16 febbraio u.s. dimostra che le
dichiarazioni riportate nel contesto dei due articoli non sono veritiere perché
non sostenute da fatti accertati.