Lizia De Leo è poetessa vera, nel senso che abita liricamente il mondo, con tutto quello che ne consegue.
Ogni attimo è vissuto appieno, ferite sul cuore incluse. E le cicatrici sono memorie che, certi giorni, vorresti non si rimarginassero mai, perché persino la nostalgia può essere balsamo benedetto agli usati affanni.
E così Lizia non dimentica mai. Soprattutto se si tratta dell’amato consorte (secondo etimo, colui che ha condiviso un destino comune): l’ingegner Peppino Parisi.
Venerdì scorso, ricorrevano sei anni dalla di lui scomparsa.
La poetessa gli (e ci) ha donato questi versi, con una breve citazione a mo’ di premessa.
Noi, grati sempre – parentesi breve: cara Lizia, lasciatelo dire: ogni tua parola affiora da uno scavo dolente dell’anima ed è insegnamento che levati, per questo i tuoi passi giammai saranno anonimi nella Storia – ed onorati leggiamo. E meditiamo…
“Eva Cantarella, dopo la morte del compagno di vita, in un’intervista ha detto: “Finché ci sono io, in qualche modo, continua ad esserci anche lui“. Per questo, dopo sei anni, continuo a ricordare mio marito…
ANNIVERSARIO 6
20/02/2009 – 20/02/2015
Il territorio della mia anima
si dilata
tra bagliori di stelle lontane
tempo consumato
serrature di dolore
trafitture emotive.
Conto i giorni della tua assenza
e mi sembrano pochi e tanti
rimossi… e ritrovati
ad ogni alba
che non smette mai di stupirmi
e ad ogni tramonto
che prevede notti insonni
e sogni negati.
E anonimi
i miei passi nella storia
continueranno con saggezza
a cercare manuali di sopravvivenza
anche per rammemorarti
e non perdere la tua essenza.
Nel commovente incontro
con la Bellezza
nell’infinita magia
del respiro dell’universo
nella dolcezza degli affetti
nello sguardo struggente
di una bimba radiosa
troverò ragioni di vita.
Lizia De Leo