È impossibile stabilire il volume di
affari di un’organizzazione criminale, dal momento che numerose sono le
varianti – il periodo di crisi che stiamo vivendo e le diverse stagioni dell’anno,
per esempio – che ne impediscono un calcolo preciso.
E, dunque, la regola vale
anche per il clan Strisciuglio sgominato ieri.
Di certo si sa solo che una dose
di coca va dai 60 agli 80 euro e un pezzo di hascisc da 30 a 40. Cosicché nell’organizzazione
piramidale dei pusher non tutti gli spacciatori percepiscono i medesimi
compensi e, dunque, a seconda dell’importanza del ruolo ricoperto si può andare
da un guadagno di 200 euro fino agli 800 euro alla settimana.
Inoltre, la società
di pulizie, guardiania ed altri servizi, controllata dal gruppo barese, era
stata creata ad hoc per infiltrarsi nei cantieri edili, locali notturni ed
esercizi commerciali.
In più, il vincolo di solidarietà che univa tutti i
componenti dei clan prevedeva non solo il consueto sostentamento dei parenti
dei detenuti, ma persino una sorta di turismo carcerario, con la
predisposizione di viaggi nei penitenziari per andare a render visita a coloro
che si trovano dietro le sbarre.
Ora, del blitz di ieri mattina, il dottor
Drago ha sottolineato due aspetti, uno positivo, l’altro negativo.
Da un lato,
le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia hanno facilitato le indagini,
trovando persino immediato riscontro in alcune situazioni verificate in corso d’opera (uno dei fratelli telegrafo con 40 dosi nascoste negli slip).
Dall’altro, il profondo silenzio degli imprenditori continua a non aiutare gli inquirenti.
Infatti, pur soggetti alla
tassa impropria dell’estorsione, nessuno ha denunciato.
“Dovrebbero avere
maggior fiducia nelle istituzioni, che agiscono in base all’iter previsto dalla
legge, ma di sicuro sono al loro fianco. Sarebbe importante ricevere una mano
decisiva da loro. Perché la malavita comunque, anche solo con le minacce, crea
confusione all’interno del tessuto economico del territorio, falsando equilibri
e uccidendo qualsiasi ipotesi di crescita”, ha rimarcato con amarezza il responsabile dell’Antimafia barese.