Sabato scorso è stato inaugurata la sede del Comitato Antiracket e Antiusura di Bitonto. Per l’occasione, nel Teatro Traetta, sono intervenuti in città il pubblico ministero Giuseppe Gatti e il giornalista Rai Gianni Bianco per presentare il proprio libro “La legalità siamo noi”, che racconta storie di riscatto ed emancipazione dalla logica della violenza, della sopraffazione, del malaffare, dell’omertà. Pubblicato dalla casa editrice Città Nuova, il volume si avvale della prefazione di don Luigi Ciotti, il prete antimafia che venerdì prossimo sarà a Bitonto.
Ad aprire l’incontro e accogliere i due ospiti è stato il sindaco Michele Abbaticchio: “Da sempre, sin dal mio insediamento, ho improntato la mia azione sulla realizzazione del noi, sulla riappropriazione degli spazi urbani da parte della parte sana della città”.
Tra gli intervenuti c’è stato anche Giuseppe Piepoli, componente della Commissione Parlamentare Antimafia, che ha delineato un quadro a tinte fosche del mondo attuale, lamentando la frattura generazionale che rischia di compromettere il dialogo tra adulti e giovani, sempre più abbandonati a sé stessi.
Tano Grasso ha sottolineato che spesso gli imprenditori, bersaglio preferito della mafia, entrano in rapporti con il racket per convenienza: “Solo l’associazionismo e una visione strategica del problema possono consentire un adeguato antidoto”.
Il giornalista e coautore del volume Gianni Bianco, invece, parlando del libro, ha spiegato la difficoltà di scrivere un argomento così delicato, “un cancro invisibile e spesso innominabile”.
“E’ necessario guardare negli occhi le persone che hanno raccontato le loro vicende di dolore e riscatto” ha riferito Bianco.
Dello stesso avviso, il pm Gatti che ha insistito sulla necessità di un sistema regolativo circolare che coinvolga tutti gli imprenditori in difficoltà allo scopo di farli sentire più sicuri e non più soli nell’affrontare l’arroganza della malavita. Presente, inoltre, per raccontare la propria esperienza, Renzo Caponetti, presidente dell’associazione antiracket di Gela, che ha narrato le sue peripezie nella città siciliana per combattere il racket delle estorsioni, correndo più volte il rischio di perdere la vita.
Il presidente della neonata associazione bitontina Angela Castellano ha, invece, presentato alcune “storie di palingenesi, di riscatto”, di persone che sono riuscite a denunciare, ottenendo una rivincita su questa odiosa piaga. Una di esse è quella del bitontino Vincenzo Marinelli.
Ma la lotta alla criminalità passa anche dalla scuola e dall’istruzione. Ed è per questo che la professoressa Gianna Sammati ha puntato il dito contro il fenomeno dell’evasione scolastica, purtroppo ancora presente nella nostra società.
A concludere l’evento sono state le ragazze della associazione “Io sono mia”, che hanno narrato una toccante testimonianza di ribellione allo stalking. Perché anche se si tratta di un crimine di tutt’altra natura, non legato a forme di malaffare organizzato, la violenza psicologica che le vittime subiscono è la stessa. Voce fuori dal coro, infine, è stata quella di Rosaria De Palo, presidente dell’Ufficio del Tribunale di Bari, che ha parlato della ‘illegalità del noi’ e di tutti quei piccoli gesti che quotidianamente ci pongono fuori dalla legalità.