La scena era già capitata
un paio di settimane fa.
Udienza saltata perché mancava il cancelliere e un avvocato, convinto
che proprio quel giorno scadeva il termine ultimo per presentare la lista dei testimoni, ha scomodato addirittura i carabinieri per compilare il
verbale e farlo depositare.
Ma
quello che è successo venerdì all’ei fu Tribunale
di Bitonto ha dell’incredibile.
In aula c’erano giudice, vice
procuratore onorario, magistrati, avvocati, testi ed imputati.
Tutto sembrava pronto per
iniziare e celebrare le venti udienze in programma.
Peccato, però, che era
ancora assente il cancelliere,
che sarebbe dovuto arrivare dagli uffici giudiziari di Bari.
Perché nella città dell’olivo non ce
ne sono più.
Come
mai? Tutto merito della “riforma” della giustizia, voluta dall’allora Guardasigilli Annamaria Cancellieri,
che con un colpo di spugna ha cancellato tutte (o quasi) le sedi
distaccate dei Tribunali, nonostante le proteste vibranti dei
Comuni e delle Regioni, che si sono viste bocciare perfino un referendum sulla
questione.
Non è andata meglio
neanche agli uffici dei giudici di pace, perché dei 12 che la
Puglia poteva vantare, se ne sono
salvati soltanto 5 (Gravina, Altamura, Monopoli, Putignano,
Noci). Ma tra due mesi potrebbero scomparire
anche loro.
Anche
nella città dell’olivo, ovviamente, gli uffici giudiziari sono soltanto un ricordo.
Tutto è andato a Modugno, per poi
spostarsi definitivamente a Bari.
Ci
sarebbero soltanto da smaltire (fino all’esaurimento) le cause pendenti davanti
al giudice di pace, solo che, per via della riforma, anche il personale amministrativo
in carica nelle sedi distaccate (e quindi anche in via Planelli) se
ne sono andate nel capoluogo pugliese.
Che quindi, di volta in
volta, lo dirotta nei singoli Tribunali minori.
Ma venerdì, guarda caso,
ci sarebbe stato un errore di comunicazione tale da impedire al
cancelliere di essere in servizio a Bitonto. Tale da impedire al
giudice di celebrare le udienze previste. Rinviate, ma
a data a destinarsi. Ovviamente a Bari, ma solo quando si provvederà alla nomina
di un nuovo giudice di pace.
Tre
giorni or sono, dovevano andare in scena processi per episodi di ingiurie ed incidenti
stradali, perché dinanzi ai giudici di pace non arrivano soltanto storie solo
all’apparenza meno gravi (vedi litigi tra vicini di casa), ma anche lesioni più o
meno serie dovute a sinistri.
«La situazione che si è vissuta venerdì mattina ha
dell’incredibile – denunciano i
penalisti – e non fa altro che prolungare
i tempi già lenti della Giustizia con il rischio
concreto di prescrizione dei reati».
Per
non parlare poi dei costi esorbitanti per il singolo assistito, costretto a pagare
spesso cifre esorbitanti per la semplice notifica di un atto.
E la chiamano spending review.
Dello Stato,
naturalmente.