La rivolta de “La
buona scuola” di Renzi ha “colpito” anche diversi Istituti secondari della
nostra città.
Gli studenti hanno, in maniera serena ed organizzata,
fatto autogestione, parlato e discusso della riforma renziana; anche in serata,
in piazza Aldo Moro, si sono riuniti per realizzare striscioni e cartelloni per
questa mattina quando in molti si sposteranno per manifestare allo sciopero
generale organizzato dai sindacati che partirà da Bari.
Al corteo pare parteciperà anche il governatore
Vendola: «Lo sciopero generale è una
buona notizia per il Paese – ha dichiarato all’Ansa -: vuole dire che c’è un’Italia che non è rassegnata e non accetta di
vivere la perdita dei diritti oltre a quella del reddito».
Al centro della contestazione c’è la contestazione all’introduzione
dei privati e del profitto e che si affermi che la buona scuola sia quella
fondata su lavoro e competitività:”I saperi non sono una merce e sulle scuole
non si può fare profitto”, recita uno dei cartelloni degli studenti.
«Occupiamo
per riprenderci il futuro – ci dicono i ragazzi – ce lo stanno rubando pezzo per pezzo: è
proprio il presente sta distruggendo la buona scuola e non vogliamo che ciò
accada in silenzio».
Proprio di futuro parla “La buona scuola” ma, come al
solito, di buono c’è ben poco: il premier Matteo Renzi, infatti, ha lanciato
una campagna di ascolto dal 15 settembre al 15 novembre a cui ha invitato a
partecipare tutti, studenti, insegnanti, genitori, amministrativi in modo da
indicare cosa si desidera dalla scuola italiana e anche quali dovrebbero essere
i cosiddetti “programmi” da seguire.
Infine, ha promesso che con la legge
di stabilità saranno dati più soldi sulla scuola, “perché non è un costo ma un investimento per
l’Italia” e ha aggiunto che da gennaio partiranno i provvedimenti normativi
sulla scuola affinché “il 2015 sia
l’anno in cui si comincia a fare sul serio mettendo la scuola al centro dello
sviluppo che verrà”.
Gli sforzi hanno portato a 1 milione e 350 mila
contatti sul sito del governo: un esito quasi migliore rispetto alle
aspettative.
Il mondo reale ha risposto in maniera differente di
quello virtuale che ha cliccato fiducioso: i sindacati hanno mosso una “contro
consultazione” per sbloccare il contratto e messo in fila tutti i tagli della
legge di stabilità: dalle supplenze al personale amministrativo.
E il motivo di tanto fuoco sotto la cenere resta il
blocco dei contratti dell’intero settore pubblico e il taglio delle risorse al
diritto allo studio.
Per gli insegnanti? Saranno premiati i migliori e
questi saranno meritevoli di un riconoscimento economico: addio agli scatti di
anzianità.
Insomma, un “No” deciso dal mondo della scuola che
sognava un rilancio ed è invece ancorato alla sponda della delusione.