(di Donato Rossiello, Nico Fano)
Negli ultimi anni avrete sicuramente sentito parlare delle cosiddette agenzie di rating internazionali e delle loro puntuali pagelle sulle condizioni di solidità degli enti governativi o privati. Proprio come quelle severe maestre dal porro sul naso e gli occhiali da vista triangolari che scrutano e bacchettano gli alunni della classe con una vocina stridula ed inacidita da anni di “zitellanza”. Perdonate l’ironia. Ma, di preciso, cos’è un’agenzia di rating?
È una società privata che si occupa della valutazione sintetica sulla solvibilità di un emittente obbligazionario, ovvero sulla sua capacità di poter estinguere il debito contratto. Il rating, quindi, non è altro che un’opinione – pertanto, soggettiva e tutt’altro che infallibile – che viene espressa attraverso un “layout di giudizio”, dal valore massimo della qualità del credito (AAA) sino al valore minimo (D) ad indicare l’ufficiale bancarotta. A tali voti si aggiunge quello che in gergo tecnico si chiama “outlook” (positivo, negativo o stabile) che rappresenta una previsione sul possibile miglioramento o peggioramento delle condizioni attuali, nell’immediato futuro.
Perché stiamo rimarcando la natura soggettiva del giudizio? Beh, basti pensare al caso della Lehman Brothers: letteralmente “tripla A” il venerdì e fallita nel concreto il lunedì seguente! Indubbio, poi, quanto tali valutazioni siano strumentalizzate, dando adito a ingenti speculazioni. Ma questo è un altro discorso…
Il 28 aprile abbiamo assistito al declassamento del debito italiano a BBB- con outlook stabile da parte della prestigiosa agenzia di rating Fitch. Seppur vero che l’Italia da almeno un decennio non se la passi bene in termini di prestigio, qualità e stabilità economico-finanziaria, un’ulteriore retrocessione (complice la precarietà nelle attuali condizioni da lockdown pandemico) lascia un qualche motivo di perplessità e di analisi. Il Codacons ha persino presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma contro Fitch per possibile manipolazione dei mercati.
Cosa significa BBB-? Significa essere sul gradino immediatamente sopra CCC, ad un passo dal baratro. Un debito “tripla C” viene considerato a tutti gli effetti come spazzatura (“junk bond”) ed implicherebbe una serie di problematiche di natura tecnica e pratica; per regolamento, molti fondi comuni di investimento non possono avere in portafoglio tali titoli rifiuto, costringendo alla loro vendita. In caso di ulteriore declassamento, l’Italia si troverebbe in condizioni analoghe a quelle della Grecia o, peggio, dell’Argentina, scatenando un flusso di vendite da panic selling.
Uno scenario da vecchio bidone (fondo comune di investimento) ricolmo di pattume maleodorante (insieme di titoli spazzatura) che necessita di essere svuotato al più presto. Appare evidente come questo metterebbe a repentaglio la tenuta dello Stato. Ad ogni modo, stiamo parliamo di un rischio possibile, non probabile e tutt’altro che inesorabile. Per ora, non ci resta che sperare che quel cestino dell’umido non si riempia ulteriormente.