(di Donato Rossiello, Nico Fano)
Ricordate i “sette nani”? No, non ci stiamo riferendo alla favola con Biancaneve, Eolo e compagnia tozza, ma all’articolo pubblicato il 22 marzo scorso su questa rubrica; facemmo riferimento ai temibili “short” (ribassi) che agiscono imperturbati di notte. Giocando con il nostro solito umorismo da bar ne citammo sette, i più rilevanti in epoca recente.
Se in quella disamina vi parlammo di eventi negativi, per fare il paio e completare la casistica adesso proviamo a sviscerare l’esempio opposto: una notizia positiva di rilevanza internazionale tradotta in “long” (rialzo) a Borse chiuse.
Siamo a ridosso della fine di questo intenso 2020, sarebbe manchevole trascurare il lampante episodio della Pfizer e del suo annuncio di un vaccino anti-Covid potenzialmente efficace.
Per rendere esplicita la dinamica, partiamo subito con dei dati statistici… Venerdì 6 novembre l’azienda farmaceutica newyorkese Pfizer Inc. ha chiuso le sue quotazioni di mercato ad un prezzo di 34,51 dollari, riaprendo poi lunedì 9 novembre ad un valore di 39,68 dollari. Vale a dire con un incremento del +15%. A determinare questa impennata c’è stata la comunicazione (a Borse statunitensi chiuse, il lunedì mattina, time zone italiana) del successo ottenuto dal candidato vaccino nella prima analisi ad interim dello studio di fase 3. Un risultato in collaborazione con la tedesca BioNTech che di certo tutto il mondo auspicava da tempo.
In seguito all’apertura il titolo ha vissuto una fase di discesa importante, come se stessero liquidando le posizioni già acquisite in precedenza. Infatti, è emerso che il CEO di Pfizer Albert Bourla ha venduto il 62% delle proprie azioni nella società lo stesso giorno in cui il produttore di farmaci ha annunciato i promettenti risultati della sperimentazione. E quasi al valore più alto registrato dalla compagnia nell’ultimo anno. Non male!
In soldoni, Bourla ha venduto circa 5,6 milioni di dollari d’azioni come parte di un piano commerciale predeterminato e approvato il 19 agosto. Il tutto si è svolto in piena legittimità, rispettando le regole di vigilanza in ambito finanziario da parte delle autorità americane (come verificato dalla stessa SEC – Securities and Exchange Commission).
È lampante, stiamo vivendo una situazione in cui gli equilibri sono precari e news del genere possono davvero determinare scossoni sui mercati. Un esempio? La notizia concreta di un vaccino ha immediatamente colpito in negativo titoli legati all’e-commerce e home delivery come Amazon (-4%) che pur avevano veleggiato durante l’arco della pandemia; al contrario il settore delle compagnie aeree, tra i più penalizzati dalla crisi, ha tirato un po’ il fiato (+40%).
L’idea di una prossima risoluzione medico/sanitaria che allenti le limitazioni e riduca le apprensioni si traduce in una istantanea percezione di ritorno alla “normalità”, alle consuetudini. Magari portando ad investire meno tempo ricurvi su un monitor e a rivalutare l’importanza del contatto umano.