Viviamo tempi grami.
Nuove sacche di povertà affliggono la nostra società, le chiese non sanno più a quale santo votarsi per rasserenare il destino nerissimo degli ultimi (ed evitare qualche tassa in più), le associazioni caritatevoli racimolano pochi spiccioli per combattere la miseria troppo diffusa, c’è persino chi non ce la fa tra mille difficoltà e si toglie la vita…
Eppure, non tutto è perduto quaggiù.
C’è ancora chi compie mille sacrifici disumani per divertirsi e donarsi una speranza in più per il domani.
Anzi, l’oggi. Che spesso coincide col giorno più bello di una figlia.
Il diciottesimo compleanno, una data da rendere indimenticabile.
I genitori s’ingegnano per donare massima felicità, amiche e amici rompono i salvadanai e mettono insieme il gruzzolo necessario.
A far che? È presto detto. La versione odierna della zucca che si trasformava in sfavillante carrozza nelle favole, e che nelle favole restava, è – udite udite – una fiammeggiante limousine. Da noleggiare secondo impietose tariffe che possono arrivare anche ad alcune centinaia di euro – per le quali si chiede pure un prestito o si fa addirittura una finanziaria! – per una effimera permanenza in quel lussuoso salotto viaggiante.
Ma sai che gioia farci un giro dentro immaginando l’invidia profonda dei concittadini che ti ammireranno raggiante? Vuoi mettere?
Il fenomeno, ormai, impazza ovunque, persino in città.
Ieri, ne hanno scorta una, nei pressi della villa, districarsi con difficoltà fra vecchi catorci ed inguardabili utilitarie.
E tutte quelle persone disperate che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena?
Per la principessa sorridente e gioiosa, forse, manco esistono.
Un tempo, per celebrare il rito di passaggio alla maggiore età – non cambiava nulla nella vita, se non che gli anni cominciavano a volare via, inesorabilmente – bastava una pizza con gli amici veri.
Oggi, necessita un bianco e sterminato autoveicolo che gridi al mondo la tua benestante ricchezza.
Non fa niente se è tremendamente kitsch. Mannagghia a kitsch e stram..
