Punto di partenza, il caso: il ritrovamento di un rilevatore gps sull’automobile del sindaco Michele Abbaticchio, evento che colpisce particolarmente per la sua eccezionalità.
Poi, le dichiarazioni che si susseguono: giunte nelle ore successive al fatto dagli ambienti del Partito Democratico, in particolare per bocca dei suoi stornellatori più noti, ovvero il consigliere comunale Franco Natilla e, nella sua eco più puntuale e ovattata, dalla voce del segretario Biagio Vaccaro.
I due polemizzano sulla opportunitá di sottolineare la matrice “criminale” dell’episodio. Che tesi, questa del PD! Fermiamoci un attimo e, armati di una buona dose di coraggio, riassumiamo quanto i due ottimisti oratori sostengono: non essendo certe le ragioni mafiose di un Gps piazzato sotto l’abitacolo del primo cittadino, perché doverle considerare?
Ancora, perché prospettare, nel ventaglio delle ipotesi, collocandola al primo posto tra quelle più plausibili, la tesi della natura criminale dell’evento, quando quell’affare elettronico potrebbe essere finito lì sotto per tanti altri motivi?
“Cronaca nera o cronaca rosa”, si lasciano sfuggire i retori, in un sinfonico crescendo di calante ironia.
Leggendo queste prodezze comiziali, non è “l’odore di brillantina a impossessarsi di me”, come direbbe il poeta, ma un senso di sgomento misto a una leggera nausea.
Ma davvero?
Ma davvero si fa il bene della cittá ricoprendola con questi veli omertosi?
Ma davvero si purifica l’anima di una cittá che non ci ha mai risparmiato assassini, mafiosi, ladri, spacciatori, macro e microdelinquenti, semplicemente misurando il peso delle parole spese?
Dopo il fatto, comunque, e avendo passato in rassegna queste eccezionali dichiarazioni, una domanda.
Qualcuno spieghi: se si dovesse scoprire che non è stata una mano criminale a piazzare quel rilevatore, che male potrebbe mai aver fatto aver tenuto alta la guardia?
Conclusioni: noi dobbiamo urlare, indignati, che ci sia questa possibilità. Noi dobbiamo urlare, indignati, che la “mafia è una montagna di merda”, sempre, anche se il centro storico funziona, se Bitonto appare bella, se le persone rispettano le leggi.
La guerra si studia nei momenti di pace per capirla e tenerla lontana.
La fame si combatte anche quando la pancia è piena. Ci si difende, ci si copre il viso, anche quando l’avversario sta volando giù al tappeto, perchè il male è in agguato sempre, anche se (e soprattutto quando) si sguazza felici nel bene.
Da un lato la dignitá, dall’altro la bassa retorica politica. In mezzo, il Pd, che non sa ancora da che parte stare.