È comparso ieri, in tarda mattinata, un evento –
rigorosamente su Facebook e con una macabra locandina quasi a voler sfidare
vedenti e non vedenti – per ricordare.
Per ricordare, ricordare la “tempesta devastante”
della guerra, lo sterminio del popolo
ebraico durante il Secondo conflitto mondiale.
Da Palazzo Gentile si sono ricordati soltanto ieri, in tarda mattinata, di
rendere pubblico un calendario di eventi affidati rigorosamente alle scuole
bitontine.
Bellissimo. Tutto splendido, la rete, gli spettacoli
affidati ai ragazzi, i film in onda, proprio ora mentre vi scriviamo – e non
abbiamo nemmeno avuto il tempo di avvisarvi -, addirittura “Bar Mitzvah”: uno “spettacolo teatrale in prima assoluta offerto dal Comune di
Bitonto” il 27 sera alle 20.30 (ingresso
libero e gratuito fino ad esaurimento posti, praticamente le solite scazzottate
fuori dal “Traetta” per maschere e gente assetata di cultura).
E per la città null’altro.
Sono lontani, forse, i tempi in cui c’erano altre
presenze a riempire il cartellone con incontri, dibattiti ed ospiti di largo
respiro internazionale?
Non sono proprio questi stessi incontri che
l’assessore, in consiglio comunale, ha poi rendicontato? Che (cito) “ci hanno permesso di proporci
a bandi sovra comunali che premiano le reti consolidate” http://www.dabitonto.com/news/r/consiglio-comunale-1-tutto-quello-che-hanno-realizzato-gli-assessorati-nel-2013/3519.htm.
Mah. Tanti sospiri. E ora si penserà al complotto, alle
parole sottobanco con gli amici, alle frequentazioni serali, alla natura del giornale
di proprietà di Tizio o di Caio, che ce l’abbiamo con Rino, piuttosto che con
Franco o con Peppino, e non che, forse, – senza presunzione – ci sia un
briciolo di verità in tutto ciò.
Sentiamo di aggiungere giusto un paio di cose.
Natale è passato e manco ce ne siamo accorti. Non un pieghevole, non un dépliant ad annunciare le iniziative che pure ci sono state e che, invece, così sono sembrate slacciate da un calendario logico e coerente. Diciamocelo francamente: ci fosse stata un’altra amministrazione, sarebbe stata massacrata, forse dagli stessi strenui difensori dell’attuale.
Ancora. Cartellone meraviglioso quello del Teatro Pubblico Pugliese e, ancora una volta, dall’amministrazione
tante promesse.
Non mantenute. Anzi ripetute.
La
prima arriva nel 2013. Citiamo: «Sara previsto un progetto a
partire dallo spettacolo del 12 dicembre “Foyer giovani” che prevederà
una diretta streaming dello spettacolo nel Foyer del Teatro con una tariffa
simbolica per i ragazzi e dopo sarà possibile incontrare gli attori» (http://www.dabitonto.com/cultura-e-spettacolo/r/teatro-traetta-tra-ospiti-d-eccezione-e-grandi-spettacoli-ecco-la-nuova-stagione-di-prosa/1761.htm).
La
seconda anche quest’anno (citiamo, ancora una volta): “E, per non farsi mancare davvero nulla, la
stagione teatrale bitontina ha anche pensato a delle promozioni, e
illustrate dall’assessore al Marketing Territoriale Rocco Mangini. Sono
quattro: una dedicata agli Under 19, che al costo di 1 euro potranno
assistere allo spettacolo dal foyer, fino ad un massimo di 50 posti, attraverso
uno schermo che proietterà le immagini della rappresentazione in corso, con la
possibilità di incontrare gli attori. (http://www.dabitonto.com/cultura-e-spettacolo/r/ecco-la-nuova-stagione-del-teatro-traetta-18-spettacoli-tra-prosa-e-poesia-da-novembre-a-maggio/4593.htm).
Per gli universitari, invece, per lo meno c’è uno
sconto notevole: “biglietto scontato (10
euro per la prosa e 5 euro per il balletto, previa disponibilità) fino a un’ora
prima dall’inizio della rappresentazione”.
Sconto graditissimo. Perché umanamente non è possibile
vedere Luis Bacalov – artista internazionale:
il pianista che ha realizzato la colonna sonora a “Il postino” (con Troisi) di Michael Radford, per intenderci– ad un prezzo di: 18/27/35 euro. Trentacinque per la platea.
Inutile illuderci che la
cultura possa essere per tutti: è rimasta per borghesi tra gli “enta” e gli “anta” o per chi ha
ancora una cassa familiare che dia ancora qualche piccolo privilegio; inutile
lamentarsi delle poche prevendite, così come è accaduto per il James Taylor
Quartet.
Spettacoli di alta qualità,
per pochi intimi amici.
I giovani sì, preferiscono
posare dinanzi ai bar e pub più “fighi”
della città, bere birra più ascoltare buona musica.
E non si può far loro di
certo una colpa: al prezzo di uno sgabello laterale sul terz’ordine – dove
praticamente non vedi quasi un accidenti – il sabato ci sono antipasti, pizza e
birra e t’avanzano pure 7 euro e 50 (cocktail e sigarette annesse, altrimenti
si usano per il mercoledì al cinema a Molfetta).
Questa non è la verità, sia ben chiaro.
Ma
una delle verità. Che pensiamo vada presa in considerazione…