DELL’ON. FRANCESCO CARIELLO “In ricordo del prof. Devanna La comunità di Bitonto ha espresso sabato 31 Luglio l’ultimo saluto al prof. Girolamo Devanna con una cerimonia di commiato pubblico presso il palazzo comunale. Ho partecipato con piacere alla cerimonia e, da cittadino, ringrazio l’amministrazione per aver concesso il giusto tributo ad una delle personalità che hanno contribuito a diffondere la cultura ed a valorizzare la creatività delle opere umane nel nostro territorio. Sento il dovere di ampliare la diffusione del ricordo dell’uomo, del collezionista di opere d’arte e la testimonianza del suo pensiero, vista la rilevanza nazionale ed internazionale delle connessioni realizzate in vita da “Mino” Devanna, come lo chiamano amici e conoscenti. Valenza internazionale anche delle opere d’arte da lui raccolte e donate alla comunità della Puglia nella Galleria Nazionale che ha sede nel palazzo Sylos-Calò a Bitonto. La Galleria è intitolata a Girolamo ed alla sorella Rosaria, che con lui ha vissuto una vita per l’arte. Ho piacere di condividere con tutti voi un breve passaggio della mia esperienza politica, che ha visto partecipe il professore ed il messaggio che Lui ha donato a me, come ulteriore esempio della sua capacità di guardare ben oltre il presente. Era il periodo in cui si modificava il decreto legge n.243/2016, oltre 4 anni fa, e portai all’attenzione della commissione bilancio della camera dei deputati la possibilità di ampliare i locali e gli spazi a disposizione della galleria nazionale per poter fornire un luogo espositivo alle ulteriori opere possedute da Mino e Rosaria Devanna, vista l’esigenza di ulteriori sale per mostrare la collezione al pubblico. Dopo aver trovato la giusta risoluzione in termini di sostegno economico alla stessa Galleria Nazionale (vedasi art. 7-sexies comma 4), ebbi modo di incontrare il prof. Devanna in più occasioni. Gli incontri con il professore andavano sempre ben oltre gli aspetti meramente formali e sfociavano sempre nella sfera culturale ed eclettica tipica del personaggio “Mino” Devanna. In uno degli incontri mi mostrò opere d’arte di grande valore artistico che ho avuto piacere di apprezzare con la preziosa descrizione del professore. Lui amava trasportare l’osservatore con una descrizione puntuale delle opere d’arte, che coinvolgeva ogni percezione sensoriale a disposizione. Quel giorno eravamo di fronte ad un busto in gesso, un ritratto importante di Voltaire, il prototipo da cui sono stati scolpiti i ritratti custoditi alla National Gallery di Washington ed al museo dell’Hermitage (foto allegata). In quell’incontro, in una atmosfera di elevata qualità e competenza, il professore ebbe uno scatto impetuoso, quasi volesse scatenare una reazione nel politico o nella politica in senso lato, che in quel momento rappresentavo. Mi disse: “dovete fare in modo che gli studenti e gli appassionati di arte e beni culturali siano messi nelle condizioni di raggiungere ed osservare le opere da vicino. Devono poter studiare accanto alle opere! Ci vogliono luoghi adatti ed adibiti alla esposizione permanente di ogni opera artistica. Ogni opera d’arte deve vedere la luce ed essere osservata!” Credo che il pensiero del professore sia quanto di più attuale ci sia in questo momento e ne dobbiamo fare tesoro soprattutto per le attuali e future generazioni permeate di tecnologia, con la quale tutti noi abbiamo la possibilità di accedere a milioni di informazioni condivise da ogni parte del mondo, attraverso visite sempre più virtuali che reali. La realtà virtuale ed anche la realtà aumentata, che permettono di aggiungere contenuti alla immagine ed alla condivisione di una opera d’arte o di un qualsiasi manufatto dell’uomo, va bene nella misura in cui diffonde e fa nascere la voglia di conoscere personalmente l’opera. Questo non deve sovrapporsi alla esperienza sensoriale ed extra-sensoriale che un uomo può vivere nel momento e nel luogo in cui osserva un opera. Tale esperienza ha una caratteristica del tutto personale, soggettiva e non replicabile, perché varia da persona a persona e provoca emozioni diverse anche nella stessa persona in momenti e contesti spazio-temporali differenti. Devo affermare che “Mino” riuscì nell’intento di smuovere la mia coscienza e la testimonianza che porto con me è racchiusa nel ricordo che c’è dietro questa fotografia. Il ricordo di un uomo che, con la sua collezione e donazione di opere d’arte, ha solo depositato un seme. Adesso sta a noi far crescere l’albero e raccogliere i suoi frutti. Dobbiamo completare la sua opera ed immaginare di portare la Galleria Nazionale Girolamo e Rosaria Devanna allo splendore di rinomate gallerie d’arte internazionali. Tutti noi, in comunione con la politica (senza bandiere) e la famiglia del caro prof. Devanna, a cui rivolgo la mia vicinanza, dobbiamo avere l’ambizione di avvicinare gli studenti e gli allievi di ogni accademia d’arte alle opere presenti nel polo museale e portarli a vivere nella nostra città il periodo migliore dei loro studi con tutti gli appassionati al seguito, per continuare nel percorso iniziato da Mino e Rosaria Devanna. La Galleria ed il polo museale pugliese devono perseguire i loro obiettivi di massimizzare le visite, facendo rete con tutta l’offerta culturale ed artistica dell’area metropolitana di Bari e con le strutture ricettive del territorio generando quel circolo virtuoso, che valorizzi tutti i beni culturali e diventi un polo attrattivo di carattere internazionale, come era nell’immaginario del compianto professor Devanna.