E sono due, a distanza di pochi mesi!
E chi
sarebbero codesti due?
Cosa avrebbero fatto di innominabile ché i nefasti
della cronaca di loro s’interessassero e sollecitassero la nostra Rabbia, la
nostra Indignazione a Spendere per loro? O contro di loro ? (non lo Sappiamo
in quanto nel nostro Cuore e nella nostra Mente Abita una Miscellanea di
Sentimenti: dalla dolorosa Commiserazione per il loro esiziale Destino, alla
disistima per lo scarso valore, considerazione che hanno attribuito alla Vita e
alla loro vita, scontando la loro morte, vivendo nella più completa, totale
irresponsabilità dei loro atti, atteggiamenti, comportamenti) qualche Parola
nostra.
Sì, hanno nomi e cognomi, ”sed” i nostri 25 Lettori li potrebbero
recuperare dai media; nemmeno interessa ai nostri rari, “tamen”, Buoni
Simpatizzanti sapere quale zona dell’italietta abbia loro dato gli infecondi
natali, tanto il mezzo, cioè il televisore, che per McLuhan, intimamente, al
messaggio aderisce, siccome “al culo la camicia”, è entrato, quasi, in tutte le
case del pianeta e, quindi, dell’italietta dalle alpi alla sicilia,
pasolinianamente, omogeneizzando la forma dei crani “sine cerebro”; Escludiamo,
infine, che i nostri, Intellettualmente, Familiari Si Pongano con Insistenza la
Domanda che nel Canto X dell’“Inferno”,
VI cerchio, Farinata degli Uberti Pone a Dante: ”Com’ io al piè della sua tomba
fui, /guardommi un poco, e poi, quasi sdegnoso, /mi dimandò: “Chi fuor li
maggior tui?”.
Appunto, non mette conto appellare i genitori dei due (che nello
Svolgimento del nostro Elzeviro 81 rimarranno
“sine nomine”) in quanto tutta
l’italietta è impestata, inquinata, infettata dal “virus” piccolo – borghese,
per cui l’80% delle famiglie italiettine da esso, in esso sono coinvolte, tanto
che basti “zoomare” il volto di una papina o di un mammino piccolo – borghese, per capire da quale sottocultura sia
direzionata la loro esistenza e quali siano i rapporti con i loro figli al
momento della nascita e dalla preadolescenza di essi in poi.
Infatti, nel fare
attenzione al modo geloso, livoroso, astioso, rancoroso, acrimonioso, nei
confronti del prossimo, di portare a spasso il pupazzetto da parte dei
procreatori di nuovi potenziali criminali, ”statim”, abbiamo potuto Comparare
costoro agli animali tra i più permalosi, mettiamola così, “sine Ratione” che,
non per colpa loro, s’avventano, pericolosamente, cruentemente, ferocemente,
contro chiunque s’attenti, perfino, a carezzare i loro cuccioli che, quando saranno
in grado di camminare, di procurarsi il cibo, di provvedere alla loro
sopravvivenza, saranno da essi abbandonati al futuro pieno di insidiose
incognite, ché la Natura ai portatori di genitali riproduttori ha assegnato
solo l’”ufficio” di continuare la specie, cui appartengono, e di mettere in
grado i “parti” di operare con la
medesima teleologia.
Si comportano, forse, diversamente, i genitori di oggi nei
confronti dei loro fantoli? I quali, all’impelarsi, appena, delle guance,
vengono da essi esentati da qualsiasi divieto: la casa avita diventa un
albergo; in essa entrano ed escono a piacimento, senza Regole, senza Consigli;
addirittura, le albe squassate da schiamazzi di branchi di minorenni, erranti
senza meta in balia di bacco e di perniciose miscele di droghe.
Codesti
genitori non hanno, giammai, Sperimentato nei confronti dei loro figli il
mirabile Equilibrio tra Autorevolezza e Dolcezza; appiattiti, acriticamente, sulla
prassi pedagogica del cosiddetto “permissivismo” di stampo anglosassone, da
decenni superato, per i guasti sociali che ha comportato, nei paesi ove ha
avuto l’”imprimatur”, adottano, inconsapevolmente, una sorta di “lassez faire”
(letteralmente: ”lasciate fare” in francese), che è un principio proprio del
liberalismo economico, favorevole al non intervento dello stato nelle vicende
economiche. Similmente, i giovani dovrebbero essere lasciati liberi di mettere
in atto azioni convenienti a garantire loro benessere e felicità.
Si potrebbe,
facilmente, obiettare ai sostenitori (genitori, operatori di agenzie educative)
del “non intervento” nella formazione dei giovani che senza Responsabilità la
libertà non può non rivolgersi al male; Chi è Responsabile non è libero di
dissolverSi nel male. La Libertà Intrisa di Responsabilità non può non
Scegliere il Bene. Lo scopiazzamento, da parte degli adulti “che hanno gignato”
(dal Verbo Latino:”gigno”, generare, produrre, creare, causare), di ideologie,
di correnti pedagogiche basate, fondate sulla incondizionata fiducia di essi nella
capacità dei giovani di riuscire a districarsi nei meandri, correntemente,
melmosi della vita, è un miserabile, vile alibi che nasconde la loro ignoranza.
Essi non potranno, non possono, non hanno potuto essere Maestri di Vita dei
loro figli, ché “Magister è Colui che Sa Tre Volte (magis ter) di più del suo,
dei suoi Allievi, i quali con la loro Curiosità, quando sono Eccellenti, Lo
Ispirano, Lo Sollecitano, nella Dialettica dell’Educando che Educa L’Educatore,
a Indagare, ognora, il Mistero in Ciò che Gli è Ignoto.
Gli unici indicatori,
che NOI Riteniamo utili a focalizzare i due, dei quali nell’”incipit” di
questo nostro Scritto abbiamo Accennato, sono l’età e la loro professione o
mestiere: uno aveva 19 anni e l’altro 17 ed erano “studenti”.
Dal punto di
vista grammaticale “studente” è il participio presente del verbo “studiare”
che, come tutti i participi, è un modo che può, funzionare a mo’ di aggettivo o
di sostantivo. Nel nostro caso o nel caso dei due, di cui è inutile qualsiasi
“nomare”, “studenti” è un sostantivo che, poiché le parole sono pietre, per
Parafrasare Carlo Levi, non liquido che si sparge senza lasciare traccia di sé,
se non i pretesti, gli “input” per sacramentazioni blasfeme da parte di chi
deve raccoglierlo a “macchia di leopardo”,
ci Rivela quella che Doveva Essere la Sostanza, l’Essenza dei due: il
“Posturarsi” (nel Dialetto bitontino si Dice: ”Accipnarsi”, dal Verbo Latino
“Accipio”, Raccogliersi, Concentrarsi) sui Libri.
Ancora, il “participio” deve
il suo nome al fatto che partecipa (cioè, Latinamente, “partem capit”, prende
parte) alla qualificazione (aggettivo) di qualcuno o qualcuna o al Fondamento,
alla Peculiarità (sostantivo) di essi. Sennonché “studère” in Latino ha
molteplici valori semantici e altrettante finalizzazioni: applicarsi, dedicarsi
(a Risolvere un problema di matematica o a imparare come si esegue,
correttamente, uno stop con una palla ?); studiare (Studiare la Filosofia di
Kant o studiare i migliori pretesti per
procrastinare gli ammutinamenti
scolastici, legandoli da novembre alle vacanze di natale ?); aspirare
(Aspirare a Diventare un Consapevole, Onesto Cittadino o a diventare un
politico, come renzi, il dispensatore di serenità nei confronti di coloro che
ha progettato di pugnalare alle spalle ?); desiderare (il Massimo dei Voti agli
esami di stato, come Segno, Stigma di una Raggiunta Maturità Culturale,
Spirituale, Umana, Politica o, facendo affidamento sui consueti giudizi falsi,
redatti da commissioni compiacenti e preoccupate di non incorrere in fastidiosi
ricorsi, cercare il massimo risultato con il minimo sforzo ?).
E’ innegabile
che il 90% degli “studenti” italiettini debbano, senza fallo, essere inseriti
nelle seconde alternative dei vari significati che abbiamo, pazientemente,
sciorinato del verbo Latino “studère”. Ed è, anche, rilevante che i due siano
morti entrambi nel medesimo modo, cadendo dalle finestre di due alberghi di
“malano”, secondo la dizione dialettale siciliana, squassati dai fumi
dell’alcol e dal consumo di droghe.
I loro genitori, nella consueta veste degli
gnorri, lamentano la triste sorte dei loro figli che continuano, nonostante le
evidenze delle droghe e dei non pochi contenitori rinvenuti, nelle stanze
d’albergo dei ragazzi in gita, vuoti del licore alcolico, a considerarli angeli
scesi dal cielo a mostrare all’umanità il miracolo dell’opra di dio.
Approfittando della forza del numero, scoperta “studentesca”dal ’68 del secolo
scorso, con cui gli “studenti”, a cui poco sopra abbiamo imputato l’accidia,
minacciano, ricattano i dirigenti scolastici, da tempo senza testicoli (Prima
che loro venga assegnato un istituto scolastico, sono costretti a passare sotto
le forche caudine di una visita medica che appuri se Madre Natura li ha
provvisti o meno di capaci zebedei, Se il responso è negativo si dà loro la greca
di comandanti di navicelle destinate, ognora, a sobbalzare sui marosi delle
richieste sempre più irresponsabili dei loro scolari), due scolaresche, di cui
facevano parte i due “sine nomine”, interrompono le curricolari lezioni e
organizzano, come pretesto, per non rendere callosi i glutei accasciati sulle
sedie scolastiche, una gita a “malano”, per visitare “l’expo universale 2015
sull’alimentazione”, della quale, siamo sicuri, nessuno delle due allegre
brigate di lazzaroni aveva alcun interesse, e tanto meno li angustiava il fatto
drammatico che un miliardo di Uomini, Donne, Bambini muoiono di fame. Nell’ascoltare gli amici del
più giovane dei due studenti morti, Ci siamo Convinti che con codesta
generazione di bulli al 90% le umane relazioni non andranno incontro ad alcun
miglioramento. Del defunto elogiavano la sua prestanza fisica che gli
permetteva di aver successo con le femmine (a dire il vero, essi, non
conoscendo il significato di Donna, che è la “Domina” della sua Vita e del suo
Destino, identificavano la femmina con la Donna, identificazione, nonostante
tanto femminismo d’accatto, ancora, inadeguata alla realtà dei rapporti tra i
maschi e le femmine, pur se esse presumono di fregiarsi dell’orpello della
sinistra non renziana che, tra l’altro, non esiste più, se mai sia esistita) e
il suo essere un promettente calciatore, “sed” nel necrologio agiografico di
esso mancava “tout” court” la magnificazione della sua testa e non poteva
essere diversamente, se si pone mente alle modalità della sua prematura morte
che fa il paio con quella dell’altro “sine nomine”. Dal dì in cui sono
diventate di annuale “routine” le gite scolastiche, che non hanno mai avuto
finalità pedagogiche e tanto meno d’istruzione, tutti: genitori, dirigenti
scolastici, autorità scolastiche centrali, periferiche hanno, sempre, saputo
del degrado etico connaturato a siffatte iniziative; addirittura, spesso, gli
albergatori hanno minacciato di adire alle vie legali per farsi risarcire dalle
scuole o dai genitori, trattandosi per la maggior parte di minori, i danni
dalle indisciplinate, maleducate scolaresche arrecati agli arredi degli
alberghi.
Eppure, tutti coloro che avevano il dovere d’intervenire, cancellando
dalla progettualità, dai “pof”(piani dell’offerta formativa) contemplata, le
tratta degli imberbi per le discoteche dell’italietta, hanno considerato, tra
un sorrisetto di superficiale sussiego e l’altro, le adolescenziali
trasgressioni alla stregua delle insistenti masturbazioni nella età premeva che
non devono essere represse, ad onta del sesto comandamento.
Dati, assolutamente,
sconcertanti emergono da indagini demoscopiche, a sterile e tollerante
conoscenza di tutti, Ripetiamo, che
rivelano le scappatelle dall’albergo, senza farsi vedere dagli
insegnanti di due ragazzi su cinque. Se,
poi, i verginelli decidono (sono loro che decidono, senza chiedere ad alcuno il
permesso) di rimanere nelle loro stanze, da gonzi, si ubriacano, e i più fra
loro fanno consumo di droghe; non mancano scavalcamenti da un terrazzo
all’altro da parte di maschietti per raggiungere le vergini loro ancelle nelle
stanze di esse o passando sul cornicione da una stanza all’altra.
Saranno grati
alla loro sorte i due “studenti “sine nomine”, se, avendo abbracciato la Morte,
Scopriranno che Essa non è il transito al Nulla Eterno, ma alla Eterna Verità.
Comunque non possiamo perdonare ai loro genitori, al loro dirigenti scolastici, ai loro insegnanti
di non essere stati capaci di DIRE: ” NO” e se nei loro cuori, per sempre,
albergherà il rimorso di aver abbandonato due ragazzi irresponsabili ad una
probabile mortale evenienza, puntualmente, verificatasi, e beh, nostra Madre,
li avrebbe asfaltati (participio passato di tendenza, oggi) con un sonoro,
dialettale, bitontino :”Bombat!” (Ben vi sta!)