Cara Angela
Ricci Colli (docente di origini bitontine, ha insegnato nei licei lombardi, è
appassionata delle vicende del borgo suo natio ed è amica del poeta),
Stavo
Dicendo, poco sopra, di tal matteo renzi. Se, cara Angela, avendo IO Preso con
Te un appuntamento di lavoro, con giustificazioni meschine, “ex abrupto”, lo
disattendessi, Tu diresti che non ho usato “buone maniere” nei tuoi confronti,
che sono stato un maleducato, meritevole di essere cacciato, espulso dalla tua
vista, se IO avessi l’ardire di richiedere la tua Amicizia. Ebbene, in 79
Edizioni della “Fiera del Levante di Bari” solo 4 volte essa non è stata
inaugurata da un presidente del consiglio: una volta da andreotti, due da berlusconi,
quella di quest’anno da renzi.
La presenza del capo del governo
all’inaugurazione della “Fiera” è, ognora, stata una sorta di obbligo, di suo
dovere istituzionale in quanto egli avrebbe dato, richieste, attese,
indicazioni sullo stato di salute dell’economia del paese, se, eventualmente,
essa presentasse problemi, se essi fossero risolvibili o irrisolvibili.
In ogni
caso, egli avrebbe cercato di svegliare
dal palco della “Fiera” il popolo italiettino, se avesse dato durante l’anno in
corso segni di soporoso sconforto e pessimismo. Nonostante tal renzi avesse in
agenda da tempo che avrebbe inaugurato la campionaria barese di quest’anno,
improvvisamente, anche, per ripicca contro il governatore della regione
emiliano che da un po’ di tempo s’è fatto molto critico nei suoi confronti, ha
disdetto tutti gli obblighi istituzionali che aveva con la regione puglia, con
i pugliesi, con i meridionali e con gli italiettini tutti e se n’è andato a new
york ad assistere alla finale di un torneo di tennis, combattuta da due
ragazzine pugliesi che, a dire del maleducato matteo, arrivando alla
finalissima, avrebbero esaltato il nome dell’italiettia.
I dittatori
strumentalizzano i risultati vittoriosi dei loro atleti per far credere che il
loro regime è capace di far fiorire
risultati di non poco momento, anche, nello sport e di favorire miracoli, oltre
che nello sport, in tutte le attività del loro paese.
Quale la morale di
codesta brutta favola? Che tal renzi non ha, neanche, contato i fatidici 10
numeri per avere il tempo di considerare
che, mancando ad un appuntamento da tempo preso, avrebbe dato un’ ulteriore
prova, epifania di essere uno scalcinato bullo, di cui il condominio italiettino non può fidarsi, e,
nemmeno, ha preso in considerazione che in un paese alle pezze, ove non si fa che parlare e
sparlare della “spending review”, della drastica riduzione della spesa
pubblica, egli, palesando di fregarsene di tutto e di tutti, sentendosi il
potere, identificandosi col potere, al di sopra di tutte le bruttissime figure,
a cui i comuni mortali possano andare incontro se si permettono, perfino, di
non essere puntuali di qualche secondo ad un appuntamento, fa preparare un
aereo di stato, con il codazzo di un numero imprecisato di cortigiani, e vola,
vola, vola ad omaggiare due ragazzine, il cui unico mestiere è quello di,
vicendevolmente, scagliarsi una pallina con le proprie avversarie, delegando
(ecco, un ulteriore schiaffo ai pugliesi! I predecessori del putto fiorentino,
assenti all’inaugurazione della “Fiera”, quanto meno s’erano fatti
rappresentare da importanti ministri, per non banalizzare una manifestazione
alla quale nel 1934, quinta edizione, il predappiano non aveva voluto mancare)
un grigio, barbuto sottosegretario a incarnare lui e il governo del paese in un
padiglione fieristico in cui i non numerosi presenti hanno dovuto sorbirsi una
noiosa giustificazione del perché non ci fosse il capo, invece di essere
informati su cosa domani ci aspetta per ciò che il governo ha fatto o non ha
fatto. Cara Angela, EM
Cioran Proclama: ”L’esercizio del potere mal si concilia con
il rispetto per l’uomo”, sì che non ha Rispetto per l’Uomo chi si sente autorizzato
ad essere speculare a chi esercita il potere. Il Rispetto sta bene su tutto,
per Tutti; quale che sia di Tutti la
condizione, lo stato materiale, sociale, psicologico, di sonno, di veglia è una
”buona maniera” usarLo, “sed”, spesso, non Lo si usa. Ti Racconto ciò che MI è
accaduto qualche alba fa. Appunto, qualche alba fa un “tum, tum. tum”, molto
vicino, MI sveglia, di brutto! Incazzato e nel contempo incuriosito MI apposto
dietro le persiane e noto uno “stronzetto” con il culo deposto su una moto di
molte migliaia di euro con il motore acceso e con la bocca incollata sulla
bocca di una stronzetta, incuranti che con lo “stare” in quel modo,
indifferenti agli alti grugniti della moto, avrebbero svegliato tutti i residenti della
zona, fra i quali avrebbero, se fossero stati più responsabili delle loro
azioni, potuto annoverare, anche, qualche malato. Finalmente, stanco di stare
incollato alla stronzetta, lo stronzetto riparte a “tutto gas”, dopo aver
distribuito, diffuso per l’aere, ormai, senza stelle velenosi miasmi dal tubo
di scappamento della sua moto, svegliando, se non tutta bitonto, certamente,
molti quartieri di essa. Ciò che Ti ho Raccontato, si commenta da sé! Se
potesse rialzare la Testa,
Caterina Pigorini Beri, che tu hai Citato nella tua Storicizzazione dei
“galatei” e delle opere che trattano
delle “buone maniere”, rimarrebbe, fortemente, delusa. Infatti, Scrive nel 1893
la nostra Caterina: ”…la nostra vita moderna che ha posto in contatto tutte le
classi della società, non ha dato, per precetto, che le classi scelte si
abbassino alle inferiori, al contrario ha assegnato a queste il dovere di alzarsi
sino a quelle, imponendo alle une e alle altre un compito nuovo: la fusione
delle idee con i sentimenti, e dei sentimenti con le buone maniere”. Non è
stato così, ciò che la nostra Caterina Auspicò nel secolo scorso non si è
verificato. Tanti anni fa lo “struscio”, le “vasche” a bitonto si facevano su
due diversi marciapiedi: su quello di sinistra i liceali (Dico liceali ché in
quel tempo a bitonto c’era solo il liceo classico”), su quello di destra i
contadini, i braccianti, gli operai. Una specie di segregazione, di separazione,
non consapevole, inconscia, per la rimozione da parte degli struscianti di
destra di una sorta di “complesso d’inferiorità” nei confronti degli
struscianti di sinistra. Oggi, invece, tutta una infrequentabile “melassa”!
Parafrasando Pasolini, non si riesce più a capire chi è lo studente, che sa o
dovrebbe sapere di Filosofia, chi è l’operaio che, per statuto sociale, non è
tenuto a sapere di Filosofia: il medesimo linguaggio mutuato dai “grandi
fratelli”, dagli “isolani famosi”, dai tronisti, dai calciatori, i peggiori
globalizzatori di ogni imbecillità, dai quali si imitano, si copiano, anche, le barbe (non è più
possibile vedere il viso di un maschio adolescente, giovane, adulto, ultra
adulto che non sia senza la barba a mo’ dei seguaci dell’”ìsis” o a mo’ di
conchita wurst, la trans barbtuta) e i tatuaggi da galeotti; la frequentazione
dei medesimi locali, usati per rimbambire, gli isterici medesimi slanci, osanna
nei riguardi degli strimpellatori di robaccia pop e rock, il medesimo
delinquenziale “ultraismo” calcistico, ecc., ecc., ecc., ecc. Si può parlare di
briciole di frale benessere, se dalla fine della seconda guerra mondiale, dal
miracolo economico qualcosa è sgocciolato dai ceti abbienti ai milioni di diseredati (il famoso”trickle
down effect”), ma non si può, assolutamente, parlare di assimilazione di una Cultura
superiore in possibile, probabile possesso delle classi elevate, sgocciolata
verso il basso. La case di operai agiati, di artigiani, di coltivatori diretti,
sono ricche di arredi “cafoni”, sed” non c’è indizio di raffinatezza, di gusto,
non è, minimamente, adombrato il “Bello” e non ci sono libri, anche se padre, madre,
nonne, nonni, sono stati scolarizzati, almeno, fino alla terza media, e i
fantoli frequentano istituti superiori. Inoltre, gli abitanti di codeste case,
sono tutti abbronzati, sono tutti “solariumati”: vogliono assumere l’aspetto
dei neri, senza Coltivare il Rispetto verso i neri ché, da ignoranti, non sanno
cos’ è il razzismo e le sofferenze che ha inferto, continua a inferire a
milioni di Uomini.
Salve,
o Amica Angela, “Si Tu Vales, Ego
Valeo”!