Sul “www.quotidianodibari.it” di venerdì,
25 marzo 2016, posto in bella evidenza, Leggo il seguente titolo: “A santo
Spirito e Palese i rattoppi solo sulle vie della processione” e nel
sottotitolo: ”Totalmente ignorate le altre strade delle ex frazioni del quinto
municipio”. Non rimango basito, pur se, istintivamente, M’Indigno assai, ché
ho, ognora, Sostenuto che i partigiani, nonostante, abbiano, anche loro,
versato e fatto versare tanto, tanto sangue, per i loro limiti culturali,
avendo mèntori non radicalmente, effettualmente, lontani, umanamente,
politicamente, culturalmente, da mussolini, che progettavano in cuor loro,”tout
court”, di sostituire alla guida autoritaria dell’italietta, massacrando il despota
e i suoi cortegiani, operarono una rivoluzione alfieriana: furono liberi dal
predappiano, “sed” non si liberarono, giammai, di quella malattia dello spirito
che fu, è il “fascismo”, di derivazione romana, di cui, ancora, gli italiettini tutti: ignoranti, acculturati, quali che
siano i colori del politicume di adesione, malamente, soffrono. I “Patti
Lateranensi”, firmati per conto dello “stato del vaticano” (finiamola di
etichettarlo “Santa Sede”! Quale Santa Sede, se è governato da un autocrate, la
cui autorità assoluta non è stata, storicamente, affatto autorevole; i cui
rappresentanti si sono macchiati dei più infami crimini, “inciuciandosi”,
sempre, con autentici criminali con la greca di re o di capi di stato, si
sostanzia nella leggenda di essere il successore di pietro e, quindi, vicario
di cristo) dal cardinale gasparri e da mussolini per conto del regno d’italia
l’11 febbraio del 1929 e, per esplicita, quasi, cogente richiesta dello
zerbinante togliatti, inseriti nella costituzione italiettina all’art.7. Come
ovvia conseguenza dei “Patti Lateranensi”, superficialmente, o “a truc”
(falsamente), revisionati da successivi governi italiani e da nuovi dignitari
vaticani, la mente e l’anima degli italiettini data, affidata al diavolo o
nelle mani di coloro che il Divino Poeta Condannò alle irrimediabili,
immedicabili pene dell’ ”inferno” e che, anche oggi, ad esso condannerebbe. La
scuola, ieri e oggi, infestata dal niente culturale e pedagogico di individui
indicati dalla gerarchia episcopale dello stato del vaticano, insomma, da uno
stato straniero, ad onta dell’erario pubblico italiettino caricato del peso,
dell’onere stipendiale da corrispondere a costoro; le festività calendarizzate
dal vaticano, tra l’altro riciclate da usi e costumi pagani, che diventano “ex
abrupto” o “ope legis”, più e più volte, nell’anno solare costrizione per lo
stato italiettino di fermare tutte le complesse, innumeri sue attività con
costi imprecisabili per il suo bilancio. Immaginano gli italiettini quanto sia
costata allo stato italiettino in euro mettere in opra eccezionali misure per
la sicurezza degli attori e degli spettatori della “via crucis”, inscenata dal
papa al “colosseo” in roma, venerdì, 25 marzo 2016 ? Se gli italiettini non
continuassero a vivere, a sopportare le angherie del clero cattolico, della sua
gerarchia; se non fossero, interiormente, fascisti, pretenderebbero il rispetto
dell’art.3, comma 1°, della costituzione italiettina che stabilisce: ”Tutti i
cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche,
di condizioni personali e sociali”. Cosa si evince da codesto articolo? Che sia
il cattolico, che il buddista, che il testimone di geova, che il mussulmano
hanno la facoltà costituzionale di praticare il loro credo religioso,
liberamente, ”sed”, privatamente, essendo la fede, qualsiasi fede, un
Patrimonio Spirituale da Coltivare “in Interiore Homine”, senza pretendere di
rovesciarsi, di tracimarsi, di occupare lo spazio pubblico, assolutizzando,
ipostatizzando, dichiarando pubblico il privato, come, grazie all’accidia, al
qualunquismo, all’ignoranza degli italiettini, i cattolici hanno preteso,
pretendono, pretenderanno di fare con indicibile arroganza. Nasce il bambinello,
muore il bambinello, risorge il bambinello e si chiudono scuole, uffici, attività commerciali, intraprese
industriali; specie nel sud, essendo, domenicalmente, organizzate processioni, si chiudono strade, spazi
pubblici si fanno inaccessibili. In un borgo selvaggio della provincia di bari, qualche anno fa, per una consacrazione
episcopale fu eretto un palco, talmente, faraonico, da occupare, grazie alla pedissequa
insensatezza sindacale, metà di una piazza, ove confluisce il traffico
sostenuto da diverse strade, sì da destabilizzare l’intero traffico “intra
moenia” e, perfino, “extra moenia” del borgo in questione. Per non parlare dei
riti della cosiddetta “settimana santa”, ispirata dal gusto controriformistico,
barocco, imposto dalla dominazione spagnola, braccio secolare
dell’inquisizione, che dilagò da nord a sud dello stivale nel ‘600 e nel ‘700,
scenografico, monumentale, finalizzato a maravigliare e intimorire la
plebaglia, anche, di notevole cultura che,”tamen”, per essa essendo avere, non
Essere, si faceva, si fa oggetto di mercificazione. Allora, statue lignee di
madonne, di neri pizzi vestite con eleganza spagnolesca e culle, anch’esse
lignee, sfarzose di aureo giallo in cui è deposta la statua di un cristo morto. Madonne e cristi morti in lentissima processione in groppa a forzuti
portatori che, in cambio di una non modesta somma di denaro da sborsare alla
curia o ad altro ente ecclesiastico, hanno la possibilità di godere di qualche
ora di illusoria visibilità, apparendo con “look” di gran gala all’attenzione
di spettatori di eventi che sanno tanto di scristianizzata cattolica
religiosità e tanto poco di (DIS)UMANA SPIRITUALITA’. Per non parlare, ancora,
di notabili, spesso, in odore di incallita mafiosità e autorità comunali o
regionali o nazionali, da impettiti segugi dietro le statue in atteggiamento di
ipocrita ieraticità, agghindate con le insegne della carica a cui il
popolicchio, mentalmente, non sovrano li ha innalzati, indegnamente. Così, si
chiariscono le motivazioni dei rattoppi nelle strade, percorse dal simbolo
ligneo di cristo morto, rubato a chi voce e euro non ha e inscritto nella
logica, nella struttura del potere che tutto fagocita, che tutto rende,
politicamente, innocuo: gesù di nazareth, il calvario, la croce, requisiti da
energumeni, dal potere mafioso che continua a schiavizzare e pauperizzare
vieppiù coloro che sono, già, poveri. Gesù di nazareth, il calvario, la croce
che la Storia, in un momento di Disumana Resipiscenza, Immaginò, Inventò nel
vano Tentativo di Rendere, finalmente, Disumani gli uomini, più Giusti, più
dall’egoismo Liberati. Il grande Etnologo, Vittorio Lanternari, nel suo
“Occidente e Terzo Mondo” (ove per Occidente devono intendersi i centri di
potere delle potenze centrali, quali gli “states”, la russia, l’inghilterra, la
francia, la cina; per Terzo Mondo, oltre ai paesi asiatici e africani
dall’imperante, endemica povertà, a causa della rapacità colonialistica e neocolonialistica
dei centri di potere delle nazioni centrali, anche le periferie delle nazioni
centrali e di quelle periferiche, cioè di quelle nazioni che hanno scarsissima
voce in capitolo nei numerosi consessi internazionali, che, tra l’altro, hanno bilanci mai al di sopra del profondo rosso, ad
esempio, l’italietta) ha Studiato la “Festa di San Giovanni”, che Si Celebra,
annualmente, nella notte tra il 24 e il 25 giugno in Sardegna. A parte i
rituali di “comparatico” (una specie di casto coniugio tra membri sposati di
famiglie di antica, amicale vicinanza. Comunque, anche a bitonto, quando si
vuol dire che tra due famiglie c’è da lunga pezza Contiguità di Valori Etici, Affettivi,
si dice che tra di esse “stej menz nu san giuan”), inseriti nella festa, è decisivo
Sottolineare che i Sardi, sentendoSi, da “man a r nannasce” (da antica data),
continuamente, vessati, emarginati, per indicare periodi storici più a noi
vicini, dai governanti del “regno di sardegna”, poi, “manc r can” (manco i cani),
dai sabaudomussoliniani del regno d’italia, poi dai clericoliberalsinistri della
repubblica italiettina, antepongono alla festa del “natale di gesù di
nazareth”, cioè la festa di una divinità incardinata nel potere centrale italiettino,
che ha considerato la loro terra luogo di deposito di esiliati, di confinati,
reclusorio di galeotti, di esercitazioni militari, quella del “Battista”, in
Greco, detto “Lampas”, in Latino ”Lux”. ”Nessuno può prendersi qualcosa che non
gli è stato, Dice il Battista, dato dal cielo (Glossa mia: la croce di cristo
davanti ai fucili dei conquistatori). Non io sono il Cristo, ma io sono stato
mandato innanzi a lui (Glossa mia: le parole, le interpretazioni interessate
dei “Testi Sacri” pronunciate da ladri, impostori in talari clericali, fatte passare
per “Parole del Signore”). Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l’amico dello sposo, che è presente e
l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo (Glossa mia: da queste
Affermazioni del Battista ha origine la “Festa di San Giovanni” in Sardegna,
che Dilatano il Calore del Sentire nei riguardi Altrui oltre il becero
familismo della canonica famiglia cattolica e all’Infinito. Dal Vangelo secondo
Giovanni, 3, 2 5 – 30).
“Al centro di Bruxelles, nei
dintorni del palazzo reale, non s’incontrerebbe un mussulmano nemmeno a
pagarlo. Sono tutti concentrati in periferia, in una sorta di quartieri ”ghetto”.
Come accade a Parigi, a Roma (e qui ci sarebbe da fare una riflessione
sull’integrazione. Esiste? E’ reale? Mah). Sono quartieri a sé, con un tessuto sociale
particolarissimo, fittissimo e abitato da stranieri di seconda e terza
generazione, e, quindi, belgi. Salah era lì da 4 mesi, tutti lo sapevano e
probabilmente non sarebbe mai stato arrestato se un suo conoscente, non lo
avesse tradito, informando la polizia”. Così Scrisse Carmela Moretti,
Apprezzata Collaboratrice del “dabintonto.com”, con Esaustiva Semplicità, con
Chiarezza nell’Affrontare, senza isterismi di sorta, la “vexata quaestio” delle
stragi progettate, compiute da ragazzi, figli di genitori non europei, ma nati
in europa. Europei che uccidono europei, ma hanno dimostrato di “aver cuore” di
uccidere, anche, uomini e donne del medesimo loro “status sociale” e della loro
medesima ”religio”. L’anagrafe, comunque, non serve a integrare in un tessuto
sociale, pronto, disponibile, ad onta del linguaggio buonista, “politicamente
corretto”, a “ghettizzare” la Diversità del Colore della Pelle, della “Visione
del Mondo”, della Fede. L’anagrafe è fredda, arida, umana burocrazia: è lì negli scaffali ad aspettare che qualcuno
la interroghi, le chieda dati da appuntare su un taccuino per “attenzionare” (sì, la “police” usa la
mascalzonata di codesto infinito inquisitorio) chi è nero o meticcio o in una
moschea prega. Bisogna stare attenti, ché costui o costoro potrebbero essere coinvolti, presto o tardi, in una
deriva terroristica, se il sinedrio dei normali di pelle bianca, i discendenti
dei colonialisti francesi, olandesi, inglesi, belgi (cosa non hanno rubato
nelle miniere congolesi di diamanti, di oro i belgi?), se i neocolonialisti,
proseguendo nelle ruberie dei loro padri o predecessori, guidati dai
discendenti dei banditi francesi, olandesi , irlandesi, inglesi, belgi,
italiettini, gli artigliati fondatori degli “states”, producono armi e creano
tensioni in africa, in asia, in medioriente ché esse possano essere usate in
lotte fratricide. O, sostengono, sempre con le armi, da loro prodotte, fantoccini
che permettano loro le antiche, le solite, le consuete ruberie in territori ricchi
di materie prime, sottratte a milioni di indigeni, pauperizzandoli, al di là
dell’immaginabile. Così, ondate di africani, di asiatici, di mediorientali si
riversano a frotte nei paesi che hanno creato la, pur, insopportabile necessità
della loro emigrazione e i normali bianchi, non potendo far altro, li
accolgono, ma li costringono in quartieri degradati, ove qualsiasi forma di
umano affossamento è possibile, è coltivabile. La “police” sa tutto di tutti
(come i fatti delle stragi in belgio hanno, ampiamente, dimostrato) ché tutti
“cura” (altro verbo dell’”intelligence”),
ma lascia fare, chiude gli occhi, obbedendo ai massonici registi occulti di
tutti i cruenti disastri, per mano degli uomini, ché si devono distrarre i
poveri di spirito, i piccolo – borghesi, specie, dal riflettere sui veri
responsabili delle attuali migrazioni di masse sterminate nei paesi di annosa
capacità Latrocinante. Il “lemurismo” poliziesco e giudiziario, alla fine, fa ricadere la colpa dell’inevitabile
disordine sociale, dall’apocalittica umana transumanza causato, su coloro che
dai paesi negrieri sono stati ridotti alla fame e, magari, per rabbia, per
rancore, alcuni giovani, mentalmente, stuprati da novelli indovini – sacerdoti
calcante, si immolano, indossando micidiali bombe, certi di accedere con la
morte, ad una vita, finalmente, di benessere, di felicità, resa ancor più
gradevole dall’apparizione di fanciulle in giardini di incantevole bellezza.
Lucrezio nel “De rerum Natura”, già,
Esclamò: ”Tantum potuit religio suadere malorum” a proposito del sacrificio di
Ifigenia, oggi, diremmo per la ragione di stato, consigliato da un prete! De
resto, non furono gli ultimi ad aprirsi al magistero di gesù di Nazareth? Non
furono essi, ferocemente, perseguitati dall’”establishment” pagano diffuso per
tutto l’impero? Non si fecero essi sbranare dalle belve nei circhi, speranzosi
di godere, da morti, di quella beatitudine, di cui erano stati da vivi privati,
nella gloria di Dio? Non ebbero, mai, codesti “kamikaze” Maestri che
loro Leggessero qualche Verso de “La Ginestra” del Grande Giacomo che,
mirabilmente, Recitano così: ”Nobil natura è quella /che a sollevar s’ardisce /gli
occhi mortali incontra /al comune fato…; /quella che grande e forte /mostra sé nel soffrir, né gli
odi e l’ire /fraterne, ancor più gravi /d’ogni altro danno, accresce /alle
miserie sue, l’uomo incolpando /del suo dolor, ma dà la colpa a quella /che
veramente è rea… / Costei chiama inimica; e incontro a questa /congiunta esser
pensando, /siccome è il vero, ed ordinata in pria /l’umana compagnia, /tutti
fra sé confederati estima /gli uomini e tutti abbraccia /con vero amor…”.