Cosa sanno i giovani italiettini
di George Gershwin, il Compositore statunitense di “Summertime”; dei Poeti statunitensi:Walt Whitman e Emily Dickinson; dei Musicisti inglesi: Henry Purcell, Georg Friderich Handel (a dire il
vero tedesco, ma naturalizzato inglese), per non Parlare della interminata
Corte inglese di Poeti, Scrittori, Filosofi, Scienziati?
I giovani, in
generale, portatori di novità?
I tagliatori di teste dell’”isis”, i kamikaze
di “al quaeda”, gli infernali lapidatori dell’adolescente afghana e, poi, dagli
stessi bruciata viva, supposta rea di aver stracciato pagine del “corano”, sono
dei “matusalemme” fondamentalisti o criminali di, appena, oltre la primeva età,
ma di annosa barbarie tinta di religiosità, sì da richiamare per la loro brutalità sanguinaria la
struggente Apostrofe di Lucrezio Caro nei riguardi dei delitti perpetrati in nome di
un dio: ”Tam potuit religio!”?
Affinché le generazioni di maschi e di femmine,
che sostituiscono, sostituiranno quelle che le hanno precedute, siano nuove,
alternative ad esse, capaci di disegnare un mondo nuovo, è necessario che, in
possesso di un metaforico piccone, scrostino dalla loro carne tutte le
sovrastrutture sottoculturali che nei millenni si sono sovrapposte alla Nativa
Umana “Ingenuità”, ignorino la visione del mondo dei loro padri, dei loro avi,
ricca non di Parole Sagge, sebbene di parole folli.
La follia non ha paese! Il
sostantivo e l’aggettivo, “iuvenis” in Latino, “giovane” in Italiano, deriva
dall’Espressione Latina: “qui iuvabat et iuvat rem publicam”, cioè, fu, è colui
che giovava, giova alla repubblica, per essere, ad esempio, nella roma dei
primordi, poi nella roma repubblicana, poi nella roma augustea, ecc., ecc.,
ecc., dai 16 ai 45 anni, carne da macello in guerra, spesso, o in grado di
produrre carne da macello per la guerra.
La repubblica?
A braccio, basta
deambulare nello spazio e nel tempo: quella di pericle, di mario, di silla, di
cicerone, di catilina, degli scipioni, di robespierre, di stalin, di hitler, di
mussolini, di de gaulle, di castro, di nixon, di obama, di napoletano, di renzi.
In esse oligarchie, insomma, che, non di rado, si trasformarono, si trasformano, non tutte, invero,
cruentemente, in inappuntabili, perfette, ineccepibili dittature. E i giovani,
volenti o nolenti, a far da scherani di esse!
E beh, vogliono, allora,
smetterla i, politicamente, corretti di recitare l’acefalo tormentone che
bisogna avere fiducia nei giovani, che i giovani sono la speme di un futuro diverso dal presente e dal
passato di essi?
Invece, altro non sono che il liquido seminale “aptum”,
“promptum” a continuare l’inseminazione della Terra di orbi di Luce ché eredi
di millenni di tenebre.
Cosa sa, Ripetiamo, la maggior parte dei giovani
italiettini, figliati da tutte le classi, della grande Cultura Anglosassone,
della, per allungare la filiera della loro ignoranza, “Beat Generation”, dei
Poeti: Allen Ginsberg, Jack Kerouac, William Burroughs, Charles Bukowski? Neente,
pronome indefinito, forma antica di niente! “Contra”, grazie (?) ai “mass media”, cartacei e televisivi, ai quali i genitori italiettini di oggi, quali
che siano le classi che in esse li ammucchiano, delegano l’educazione al “quaquaraquismo” dei loro pargoli, i giovani, dalle alpi alla sicilia, conoscono
tutta la robaccia “pop”, “rock”,”rap” che si produce negli “states”, per renderli schiavi, non tanto con le
armi (e, anche, quelle non scherzano, in quanto, a macchia di leopardo, lo
stivale è occupato dalle forze armate degli eredi dei fuoriusciti europei nel
1700. Tanto che non possiamo EsimerCI dalla frequente Domanda: al netto di
porzioni di città, di quartieri, di regioni intere su cui le varie mafie
impazzano; al netto degli acquartieramenti delle milizie degli “states” e della
“nato” sul solatio suol dell’ex giardino d’europa, occupando esse “alla ‘mbam”,
Dicesi nella Lingua di bitonto, porti e aeroporti, il popolo italiettino, con
mattarella e renzi, suoi capetti, su quanti metri quadrati di zolla stivaliera
è sovrano?), quanto con i cascami della loro industria sottoculturale (pseudomusicale,
pseudoletteraria, psudoartistica, pseudocinematografica).
L’italietta è, ormai,
la periferia dell’impero: siamo stati, totalmente, colonizzati, politicamente,
militarmente, sottoculturalmente, dalle lobby statunitensi; non mancano, in
aggiunta, i “dictat” politici, sotto le mentite spoglie di una moralità
religiosa, pruriginosamente,
controriformistica, della “città del vaticano”, enclave di uno stato straniero,
situato in territorio italiano e i consigli cogenti di angela merkel, la
cancelliera tedesca, “ape regina” in europa.
CI meraviglia, profondamente, che
mattarella non si sia, presto, recato, come tanti suoi predecessori e
presidenti del consiglio dei ministri italiettini, presti, sono stati, in vaticano,
alla casa bianca, per ricevere la benedizione, e non solo quella, da bergoglio
e da obama.
Per meglio Identificare la condizione di soggezione politica degli italiettini (che
non ha niente da spartire con gli autentici, spontanei sentimenti religiosi,
che essi non nutrono) nei confronti della gerarchia della chiesa cattolica,
vogliamo Stigmatizzare l’improvvida decisione dei dirigenti di alcune scuole
bitontine che, contraddicendo i nostri Padri Costituenti, Propugnatori, al di
là delle loro concezioni ideologiche e religiose, di un’Italia Laica e, di conseguenza,
di una Scuola Laica (Art. 7 della Costituzione: ”Lo Stato e la Chiesa cattolica sono,
ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”), distraendo i loro
studenti (?) dal loro dovere istituzionale, che è quello di fare Scuola,
allontanandoli dagli istituti scolastici, li hanno trasportati in una basilica
per omaggiare un prete bitontino, nominato vescovo in calabria. Siamo,
Riaffermiamo, un paese ”in toto” da più parti colonizzato, “tamen”, non
sempre la colonizzazione militare,
politica di un paese ha fatto da supporto alla sua colonizzazione culturale: la Grecia fu conquistata dalle
legioni romane nel 146 a.c.,
però Dice Orazio: “Graecia capta, ferum victorem cepit et artes intulit agresti
Latio” (La Greciaconquistata, a sua volta, conquistò il barbaro vincitore e introdusse le arti
nell’agreste Lazio).
Gli italiettini, d’altra parte, sono stati tanto,
terenzianamente, “heautontimorumenoi” (punitori di se stessi), da avere la Lingua Latina, per
essere, Linguisticamente, almeno, quando
tutto veniva a mancare, Egemoni nel Mondo (in luogo degli inglesi con la loro
gelida parlata), tra l’altro usata nella liturgia della chiesa cattolica,
politicamente, quasi, universale, e L’hanno nella scuola, nell’università, anno
dopo anno, governo, dopo governo, razzisticamente, populistici (nella scuola di
massa, borbottavano i ministri della p.i., sarebbe stato troppo difficile ai fantoli delle classi popolari fare i conti
con la sublime Razionalità della Lingua Latina), resa desueta con il suo Luminoso Patrimonio di
Cultura, di Filosofia, di Scienza, di Poesia, sì che nemmeno i nostri
insegnantucoli di Latino padroneggiano il Latino che devono insegnare (?),
mentre i Discendenti dei Vichinghi, i Norvegesi, Stampano Riviste Culturali in
Latino. Comunque, la colonizzazione è cosa diversa dall’Imitazione di Ciò che è
Classico.
La colonizzazione si subisce (ad esempio la selvaggia evangelizzazione
armata dei popoli latino – americani con la distruzione delle nobilissime
Civiltà dei Maya, degli Atzechi, degli Incas; la dottrina imperialistica di g. bush
della esportazione armata della democrazia), l’Imitazione è la Scelta Consapevole di una Comunità di Artisti, di Poeti, di Musicisti di IspirarSi, nell’Inseguire,
Perseguire il Bello, che Diventa Esempio di Massima Eticità, all’Ideale di
Ordine, Equilibrio, Armonia, di Perfezione Formale.
Facendo Riferimento agli
Ideali, Valori, testé elencati, il Poeta S’Inerpica alla Raffinatezza e alla
Melodia della Poesia e il Pittore, lo Scultore alle misurate Proporzioni di una
Figura, di un Paesaggio, di una Rappresentazione Pittorica o Scultorea di un
Evento e il Musicista alle Studiate Corrispondenze di un Brano Musicale.
Nel
1500 e nel 1600 la Classicità Greco–Romana in Italia, soprattutto, fu Oggetto di Imitazione e di appassionata
Reintepretazione. “Sed” qualsiasi Opera, di qualsiasi periodo, se Tende al
Meglio dell’ Umana Creatività, Può Assurgere alla Dignità di Ciò che E’
Definito Classico. Cicerone, Sintetizzando la sua Concezione Estetica, Affermava
che “l’imitazione ha un ruolo importantissimo nell’arte”. “Sed etiam”, la
gregalizzazione è cosa diversa dall’Imitazione.
La gregalizzazione, infatti, è
la chiusura nella logica del “branco” di poche o migliaia o milioni di persone
(maschere di uomini) dal fragilissimo spessore valoriale e culturale, di
giovane o giovanissima stagione esistenziale, che giorno dopo giorno alzano
l’asticella della pericolosità dei comportamenti e atteggiamenti nelle loro relazioni interpersonali.
Il
singolo ragazzo, spalleggiato dal “branco”, si sente forte, ma deve
ricompensare il “branco” del suo supporto protettivo, rispondendo alle sue
sollecitazioni, provocazioni, compiendo gesti, azioni estreme, da cui possano
venirgli rispetto e in casi eccezionali la greca di “leader”.
Le azioni, i
gesti estremi vengono dal gruppo considerati “gioco”, anche se, quel “gioco”, raramente, risulta innocuo
per chi ”gioca” e per coloro contro i quali si “gioca”. Per di più, il “Gioco”
non ha finalità prossime o lontane, non ha scopi di lucro, in Esso e per Esso è
contestuale il Miglioramento delle Facoltà Intellettuali di Chi “Gioca”; in
Esso e per Esso Chi “Gioca” Investe tutto Se Stesso in accentuato Agonismo con
Se Stesso.
Così Concepito, il “Gioco” è il Vivere medesimo, è la Sessualità medesima,
attraverso la quale viene Creata “Vita nova”, è il Filosofare per mezzo del
quale Si Diventa così Leggeri, così Liberi da quelle antiche conoscenze errate,
che Francesco Bacone Appellava “idola”, tanto da Ascendere alla Vicinanza Contemplativa
delle Idee, è il Comporre del Poeta, del Musicista, è la Rappresentazionedell’Artista, è l’Essere altra Vita
nella propria Vita dell’Attore, è lo Strappare dello Scienziato dal Mistero il
Perché, il Quando, il Come della Vita dell’Universo e nell’Universo. Imparare è
un “Gioco”, Insegnare è un “Gioco”, Memorizzare le Tabelline, il “Teorema di
Pitagora”, le Regole di Grammatica e di Sintassi, una Terzina di Dante, per
Sviluppare la Facoltà della Memoria senza la quale il Passato dell’Umanità e di Ciascuno di NOI
sprofonderebbe nell’oblio.
Ma non fu “Gioco” quello di Ciccio e Tore di gravina
che, per dimostrare al “branco” il loro coraggio e riceverne l’alloro (?), si
autorovinarono in una cisterna da altezza considerevole, scivolando in essa
attraverso una strettoia cilindrica.
Non fu un “Gioco” il denudare, il
depilare, il decorare con caramelle e
con ”marsh mellows” il corpo di un compagno ubriaco, preso di mira dal suo
“branco”, frequentante un liceo di cuneo, in gita scolastica nei pub e nelle
discoteche di roma.
In questo caso, trattandosi di minorenni della “tenera” età
di 14-16 anni, ai genitori dei bulli, che si sono resi protagonisti
dell’oscena bravata nei confronti di un loro compagno, Ripetiamo, di “branco”,
bisognerebbe che un giudice del tribunale dei minori togliesse la “patria potestà”, per aver tentato di
giustificare i prodotti mal riusciti dei loro organi sessuali, ipocritamente, considerando “Gioco” la
profanazione, da parte dei loro imberbi, di un compagno, incapace di difendersi
e di reagire, in quanto nell’abbraccio di bacco e denunciasse gli
insegnantucoli accompagnatori dei piccoli trogloditi per la ”culpa in vigilando”, lasciandosi tentare
da morfeo, mentre i loro scolari erano intenti, non autorizzati, a sciorinare
“coram populo” le “vergogne” nascoste di un loro compagno.
Non è “Gioco” il
“knock out”, atto, gesto, assolutamente criminale, che ha causato e sta causando
morti e feriti gravi, diffusosi negli “states” e da essi importato, anche,
nell’italetta tra gli incolti emulatori dei fenomeni sottoculturali d’oltre oceano,
sia licenziati dalla scuola dell’obbligo, sia possessori di laurea accademica.
Tra costoro, abbiamo Ribadito nell’”Incipit” di questo nostro Elzeviro, non Si
Espanderà, giammai, il Respiro della Migliore Intellettualità di Lingua Inglese
– Americana, “sed” ciò che Essa espelle attraverso gli sfinteri dei suoi Aulici
Rappresentanti.
In cosa s’ostina, dunque, il “knockout”?
Un bullo di “novella etade”, ma di sporcizia mentale
vetustissima, da “man a r nannasc”, si Dice nella Lingua di bitonto, si
avvicina ad uno sconosciuto e senza alcun motivo lo colpisce con due colpi al
volto, tanto violenti da fargli perdere i sensi per non picciol tempo.
La
caratteristica precipua di codesto non “Gioco” sta nella obbligo che sia
svolto in una strada non periferica e
affollata di gente a passeggio; deve essere ripreso, possibilmente, dalle
telecamere di sorveglianza e dai telefonini degli amici del bullo di turno.
Le
immagini dell’agguato all’inerme, anche’esso di turno, devono essere postate su
“youtube”.
“In queste cose, dice un ragazzo, non c’è rabbia nei confronti di
alcuno, è solo divertimento”. Ecco, non caro
ex collegume”, cosa producono i vostri innumeri progetti di “educazione alla
legalità”. Se solo foste così umili da zittire in classe e aveste il Coraggio
di far Risuonare il “Verbo” che Uomini Formi, la cui Suprema, Etica Avvenenza
non consiste in esteriori pseudoornamenti di legalità, di bontà, di
condominiale moralità, loro appiccicati dalle vostre parolette, per burocratico
dovere, da voi bofonchiate, ma dalla “Humanitas”, Schietta e Concreta, che a Loro
sarà stata Donata dai Testimoni dell’”Otium” Poetico, la Condizione essenziale,
ineludibile ché l’Uomo Realizzi Se Stesso in un’Ecclesia di Uomini.