«Accogliamoli».
Don
Francesco Savino, neo vescovo della diocesi di Cassano all’Jonio, sul
dramma internazionale dell’immigrazione, non ha dubbi.
Per
l’ex rettore della basilica Santi Medici, infatti, la sua comunità e
la Calabria tutta devono soltanto accogliere i migranti. Senza se e
senza ma, «perché l’accoglienza è una nostra missione».
«Siamo
di fronte – afferma in una intervista rilasciata ieri l’altro
al Quotidiano del Sud – a un fenomeno complesso. Purtroppo si
pagano le conseguenze di ritardi culturali ed istituzionali. Esprimo
la mia indignazione e vergogna, specie nei confronti di qualche
politico che cerca di utilizzare questa tragedia per ottenere
consensi. Mi preoccupa, ancor di più, constatare che, invece della
solidarietà prevale la cultura dello scarto, dell’indifferenza,
per usare le parole di Papa Francesco. Soffro molto davanti ad
atteggiamenti di tergiversazione, di temporeggiamento da parte
dell’Europa che sembra aver smarrito lo spirito dell’accoglienza,
dei padri fondatori. L’Europa non ha un’anima: è unita solo per
interessi economici».
Per
il vescovo bitontino, inoltre, l’accoglienza deve prevalere anche
davanti a difficoltà oggettive, come la mancanza di strutture
ricettive ad hoc e gli sbarchi che stanno diventando quotidiani.
«Gli
immigrati ci “provocano” all’accoglienza – dice – che
è la vera sfida di civiltà della nostra società. Comprendo
chi aspetta un intero anno la stagione del turismo estivo, però non
è tempo di dimenticare il dovere della ospitalità, anche
quando dovesse prevalere la paura per la sicurezza e per l’esplodere
di nuove infezioni. Le difficoltà non devono impedirci di restare
indifferenti davanti al dramma umano dei profughi che si riversano
nel Mare nostrum. Anche tra i praticanti cattolici purtroppo si
associa l’immigrato soltanto a negatività. Non deve essere così.
L’accoglienza è la nostra missione. Accoglienza ed integrazione,
sempre accompagnate dal rispetto della legalità, devono essere i
nostri obiettivi».
«Purtroppo
nella nostra Diocesi – ha proseguito don Francesco – non
abbiamo strutture ricettive per poter ospitare i poveri migranti, ma
posso garantire che faremo la nostra parte perché civiltà e
democrazia di un territorio si misurano sulla capacità di cercare
risposte a fenomeni complessi come quello degli sbarchi sulle coste
siciliane, calabresi e pugliesi. Purtroppo il fenomeno migratorio e
tutto ciò che ne consegue nasce dalla crisi di leadership di cui
soffre il nostro tempo. Papa Francesco afferma giustamente che stiamo
vivendo una sorta di terza guerra mondiale a pezzettini, e
proprio lui è l’unica voce che parla di pace e sollecita i
governanti a rivedere i loro rapporti.
Il
vescovo conclude con un auspicio:«Vorrei che la Calabria e la
mia Diocesi fossero l’icona del samaritano del Vangelo, dell’ora
prima, dell’ora giusta, dell’ora dopo».