Nella graduatoria dei prodotti agricoli pugliesi nel contesto
nazionale sono addirittura al primo posto con quasi 530 mila quintali
per una superficie di oltre 16.600 ettari, di cui 16.100 soltanto
nella provincia di Bari. Sono le ciliegie, la cui produzione nella nostra
regione è pari quasi al 40% sul totale nazionale. Eppure, la
raccolta 2014 del cosiddetto “oro rosso” non è affatto partita con il piede
giusto, e anche a Bitonto i produttori piangono. Meteo killer. Tra le
cause principali di questa “disfatta”, c’è senz’altro la situazione
metereologica, caratterizzata dall’alternanza di caldo anomalo e di piogge battenti.
«Le ciliegie stanno pagando un prezzo altissimo
dall’andamento climatico anomalo, perché tra le piccole ma
intense ondate di caldo e piogge incessanti quanto improvvise hanno
arrecato danni incalcolabili al carico dei ciliegi in piena produzione»,sottolinea alla “Gazzetta del Mezzogiorno” Gianni Cantele, presidente di
Coldiretti Puglia. E il tempo – guardando le previsioni della settimana che
prevede temperature vicine ai 30° – non promette niente di buono.
E’ accaduto, infatti, che anche quest’anno la
maturazione della ciliegia è arrivata con largo anticipo, ma è stata azzerata
dalle non favorevoli condizioni climatiche. Il 2014, dunque, sarà l’annus
horribilis della ciliegia? Difficile dirlo, ma nel frattempo la Cia di
Bari è pronta a chiedere alla Regione lo stato di calamità. Stagione
fallimentare?
«La campagna non poteva iniziare peggio – racconta
Umberto Bucci, presidente di Confagricoltura Puglia – perché le ripetute piogge e anche le grandinate hanno causato danni con punte anche
del 70% a tutte le varietà, in modo particolare alla
Bigarreaux. E quel che è peggio – sottolinea ancora Bucci – è che
quest’anno la domanda è forte».
Oltre al tempo, però, un altro grosso ostacolo alla
campagna dell’oro rosso pugliese (e non solo purtroppo) c’è la concorrenza
spesso sleale dei paesi esteri, specie di quelli che si affacciano sul
Mediterraneo. «Il boom delle ciliegie turche dovrebbe arrivare in
questa settimana, ed è un prodotto di alta qualità e con un prezzo
finale davvero interessante, che viene fuori da un costo di produzione
più basso di quello italiano», enfatizza Bucci sempre alla “Gazzetta del
Mezzogiorno”. E poi c’è il pericolo della ciliegia taroccata che– lancia l’allarme il leader di Confagricoltura Puglia – «purtroppo viene
spacciata come italiana ma che di italiano ha ben poco».
Altro tasto dolente è rappresentato dal prezzo,
assolutamente non in grado di coprire i costi di raccolta, che quest’anno sono
diventati ancora più esosi da sostenere. Ciliegie “spaccate” anche a Bitonto. Se
nell’area del sud est barese (dove si produce l’80% di ciliegie
della provincia di Bari) piangono, anche a nord del capoluogo non
si ride. E Bitonto non rappresenta l’eccezione.
«Stiamo assistendo – ragiona
Giuseppe Calò, imprenditore cerasicolo bitontino – al cosiddetto fenomeno
dello spacco delle ciliegie proprio durante la fase immediatamente successiva
alla fioritura, causato proprio dalle piogge inattese delle ultime settimane».Gli fa eco Tommaso, piccolo proprietario terriero. «Io non ho una grossa
presenza di ciliegia di tipo Ferrovia (la più apprezzata anche
sul mercato estero, ndr), ma è comunque sufficiente per me e la mia
famiglia. Quest’anno, purtroppo, la quantità da raccogliere era già
inferiore al passato, ma adesso non so neanche se raccoglierle o meno».