La nostra indagine nelle
scuole procede con l’Istituto comprensivo “Sylos”. Abbiamo ascoltato la preside Angela Mangini su varie questioni
che hanno interessato l’inchiesta.
Il desiderio di tutti i
dirigenti si è mostrato uno solo che «le scuole non diventino dei
supermercati in cui vendere la merce migliore».
Così prendiamo a scendere
nei dettagli del ridimensionamento scolastico bitontino.
«Avevamo già 800 alunni per il mantenimento
dell’autonomia, così ipotizzammo un accorpamento con la scuola vicina – racconta la professoressa – Chiedemmo di
poterci unire e verticalizzare con la “N. Fornelli” raggiungendo un numero
elevato. Il tutto si concluse con un nulla di fatto.
Siamo stati così abbinati alla “Don Milani” con l’asilo ma già l’anno scorso rilanciammo la
nostra proposta di ri-trasformazione tra le scuole medie: inizialmente accolta
dal Comune incontrò poi delle forze avverse».
Il progetto è ben più grande. Riguarda la crescita del
bambino, accogliendolo, facendolo crescere e maturare all’interno di una
struttura didattica a tutto tondo.
«L’alunno dovrebbe entrare a 2 anni dovrebbe uscire a 13. Abbinandoci ad un
plesso di scuola primaria con otto classi (con una quinta, quest’anno 9) e un
plesso di scuola materna il serbatoio per la scuola media non è del tutto naturale – dichiara la preside -. Risultiamo così uno strano comprensivo, con una micro testa nella primaria e un
macrocorpo nella primaria di secondo grado. Dovremmo riempire trentadue classi con una sola quinta elementare e questo risulta fallimentare
sia dal punto di vista economico che delle risorse umane».
Il servizio mensa partirà nel plesso della “Don Milani”,
due classi per le prime elementari e per la scuola d’infanzia ubicate in vico Storto San Pietro (piano rialzato della Don Milani, ex Arco Pinto).
«Va dato merito all’Amministrazione – conclude la
Mangini – per il grande impegno sia per
la mensa e i trasporti che per il supporto economico dato alle famiglie meno
abbienti».
Il motto della dirigente? “I care”: «il mio obiettivo è il benessere degli
alunni e di chi quotidianamente si prende cura di loro, quindi, il mio
personale docente».