La lunga ombra sulla foto, quella dell’olivo che sovrasta gli agricoltori e i loro panni tesi, è fatta della stessa oscurità che incombe sugli agricoltori durante il periodo della campagna olivicola. Quella che, solitamente, prende avvio la terza domenica d’ottobre e si conclude intorno all’8 dicembre, giorno dell’Immacolata. Il tempo della campagna, come se fosse scandito da un ritmo sacro e religioso, tempra la vita degli agricoltori.
Vivono in un mondo in cui si è soggetti all’attesa, alla speranza, al timore: delle piogge, della siccità, delle gelate. Costretti ad aspettare che il frutto sia maturo, a curare la pianta, a ravvivare il terreno; vivono in una realtà parallela, fatta di altre strade, corti, contrade, in cui a volte, però, non esistono le regole. Perché non sempre esiste il rispetto, la giustizia, la presenza dello Stato.
Perché i contadini hanno paura, quell’ombra in foto s’espande e si trasforma in incallita razzia. Furti, rapine a mano armata, minacce; persino la sottrazione di quadri elettrici per il funzionamento dei pozzi artesiani. Ma altro e tanto spesso queste angherie non si tramutano in denunce, segnalazioni, perché la ritorsione è dietro l’angolo. Se si denuncia si finisce per vedere i propri alberi secolari miseramente tagliati o i campi interamente dati alle fiamme e cannibalizzati. In alcuni casi i furti sono feroci, compiuti con verghe di ferro che spezzano i rami e precludono la raccolta delle olive anche per le annate successive; in altri, i delinquenti, si spostano con piccoli secchi e raccolgono le olive tra i rami più bassi, spostandosi velocemente da un campo all’altro cosicché il danno appare così inconsistente agli occhi di ciascun proprietario, che nemmeno si prendono più la briga di denunciare il furto subito.
«Questo è un malcostume che da sempre ha caratterizzato la nostra città e che da qualche tempo si sta diffondendo sempre di più: non si capisce se siamo diventati noi più impotenti o se i ladri sono aumentati – confessa Giuseppe Siragusa, presidente del Consorzio Custodia Campi -. Inoltre, a causa di questi problemi nessuno vuole più acquistare terreni e molto spesso si abbandonano perché vengono meno le speranze». «Le Forze dell’Ordine ci stanno dando una mano nella nostra attività e si nota che il Vicequestore Fabrizio Gargiulo è esperto e proviene da una terra dedita all’agricoltura come Andria – aggiunge Siragusa -. Questo però non basta: il fenomeno colpisce anche le città limitrofe a Bitonto ed urge una presenza più corposa della Polizia Provinciale e della Forestale, ora accorpata ai Carabinieri, che nel tempo è venuta un po’ meno. Sarebbe idoneo mettere su un tavolo di concertazione mettendo assieme uomini e priorità. Spero, poi, che presto i due Consorzi bitontini si uniscano».
«Durante la campagna olivicola riusciamo ad avere risultati lusinghieri, anche con il sostegno delle Forze dell’Ordine che hanno sempre dimostrato sensibilità, nonostante la carenza di organico – spiega il presidente della Vigile Rurale, Antonio Damascelli -. Le nostre guardie sono sempre riuscite a compiere al meglio il loro dovere cercando sempre di consegnare nelle mani della giustizia chi depreda i nostri territori. Ma tutti possono essere d’aiuto segnalando misfatti: è vero che gli agricoltori sono abituati al sacrificio che spesso deriva dalla natura, dalle piogge assenti, dalle infezioni, dalle gelate, ma essere penalizzati anche dall’uomo è troppo».
Intanto la Vigile Rurale nel 2015 ha fermato 33 individui in 19 interventi; 30 persone in 15 interventi del 2016 e 25 individui in 19 interventi nel 2017, fino ad ottobre. Sono state recuperate, inoltre, una moto, 32 vetture e un motocarro nel 2015, 20 auto e una moto nel 2016 e 17 auto nei primi dieci mesi del 2017. L’attenzione politica, però, non ha tardato a farsi sentire.
In Città Metropolitana si sono già avviati, lo scorso 24 ottobre, i primi tavoli a cui hanno partecipato diversi amministratori dell’hinterland baresi, in primis il sindaco di Bitonto Michele Abbaticchio, ma anche Rutigliano, Polignano, Acquaviva, Adelfia e Noicattaro. Da un lato dovrebbe esserci l’istituzione di un coordinamento metropolitano tra la Polizia Municipale dei vari Comuni e la Polizia Provinciale; dall’altro il sindaco metropolitano, Antonio Decaro, dovrebbe portare all’attenzione del Prefetto una serie di priorità per i nostri territori. «I nostri agricoltori – ha sottolineato Abbaticchio – si sentono abbandonati dallo Stato e trovano in noi la loro unica ed immediata possibilità di comunicazione. Il nostro è sicuramente il territorio più ampio e complesso da monitorare, ma faremo in modo che ci sia attenzione nelle strade che la Municipale indicherà come prioritarie e più a rischio».