Il discorso del vicepresidente della Sezione Aiga di Bari, l’avvocato bitontino Palmo Dorian Saracino, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2020.
Non si può certamente affermare che l’anno appena concluso abbia rappresentato quel cambiamento tanto agognato da tutti noi Avvocati o abbia posto le basi per un nuovo inizio.
Ipotesi di riforma del diritto processuale civile e penale destinate alla inefficacia, sfruttamento eccessivo della Magistratura onoraria, irragionevole durata dei processi e uffici giudiziari inagibili, compressione delle garanzie dell’imputato e violenze perpetrate ai danni di Avvocati.
Ad oggi possiamo ancora affermare che la Giustizia sia davvero un diritto?
Da diversi anni il nostro Paese vive una situazione politico-economico-sociale di continua emergenza che ha, inevitabilmente, interessato il sistema giustizia ed il mondo forense, costantemente sotto attacco di innumerevoli, schizofreniche ed illogiche riforme.
Le condizioni in cui, quotidianamente, Noi Avvocati siamo costretti a svolgere la professione sono davvero sconfortanti ed il prezzo maggiore viene pagato dai cittadini.
La proposta avanzata dal CNF del riconoscimento dell’Avvocato in Costituzione nasce dalla pregevole idea di rafforzare la libertà e l’autonomia del professionista, riconoscendone il ruolo pubblicistico.
Così come l’innovativa e rivoluzionaria idea promossa dalla Consulta di aprire il processo costituzionale alla società civile, in linea con quanto già fatto da altre Corti straniere, al fine di ampliare il contraddittorio ai corpi intermedi e alle organizzazioni non governative.
Iniziative tutte senz’altro ammirevoli, se non venissero snaturate e vanificate da un Governo spesso intento più ad attuare programmi elettorali che a pianificare e garantire il bene del Paese.
AIGA non si è mai sottratta dal manifestare con profondo e vivo disappunto ciò a cui stiamo assistendo, partecipando attivamente ad ogni tavolo ministeriale, ad ogni incontro istituzionale e fornendo un contributo reale e concreto per la salvaguardia dei valori e dei principi della nostra professione.
Non da ultima la difesa del principio dell’Equo Compenso, baluardo di dignità e decoro della nostra professione, troppo spesso disatteso dalle Pubbliche Amministrazioni nei loro bandi di incarico.
Come anche la netta contrarietà dell’AIGA alla riforma sulla sospensione della prescrizione: una battaglia di civiltà giuridica da combattere fino in fondo e che non può essere confinata nell’ambito della trattativa politica ma necessita di un confronto con gli operatori del settore.
Qualsiasi soluzione diversa dalla abrogazione della c.d riforma Bonafede non può trovare il consenso dell’AIGA. In particolare, l’ipotesi attualmente al vaglio del Governo, di prevedere meccanismi diversi della prescrizione, a seconda che gli imputati siano stati condannati o assolti alla fine del processo di primo grado, presenta profili di palese incostituzionalità, tali da rendere la proposta inaccettabile.
Così come risulta profondamente censurabile l’idea, ormai diffusa da anni e spesso avallata anche da certe parti della Magistratura, che la responsabilità delle lungaggini della Macchina Giustizia sia imputabile agli Avvocati, trascurando completamente la gravissima carenza di organico in quasi tutte le Corti d’Appello italiane.
E non soltanto per l’errata idea che istituti come il Patrocinio a Spese dello Stato siano da rivedere per evitare un presunto abuso da parte dei difensori, ma altresì per la distorta visione del processo penale che viene non di rado offerta ai cittadini.
E questo, a parere dell’AIGA, è il male peggiore perché non permette alla comunità di percepire realisticamente cosa accade nelle aule dei Tribunali, e lede profondamente il decoro e la dignità della categoria forense contribuendo a rendere sempre meno efficiente, operativa e garantista la Giustizia.
La nostra Associazione si batte da anni per cercare di risolvere le continue difficoltà incontrate dai Giovani Avvocati, laddove ogni nuova riforma nasconde anche una nuova insidia: ecco, dunque, esprimere condivisione per la conferma, anche per il 2020, del regime di flat tax con aliquota fissa al 15% per i professionisti con fatturato inferiore ai 65.000,00 euro, nonché l’incentivo all’utilizzo della fatturazione elettronica con riduzione di 1 anno dei termini ordinari
per le attività di accertamento; ma, altresì, esprimere disappunto per i limiti fissati che comprometterebbero l’applicazione del regime semplificato a migliaia di professionisti.
Sull’annosa vicenda dell’iscrizione all’Albo Speciale per il patrocinio dinanzi le giurisdizioni superiori, AIGA si è fatta anche stavolta parte attiva, inviando a tutti i componenti della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati una proposta di emendamento per la riforma o per la previsione di un’ulteriore proroga del regime transitorio.
Questi sono soltanto alcuni esempi di come AIGA sia sempre a fianco dei Giovani Avvocati in quella che dovrebbe essere una battaglia di Tutti per il bene di uno Stato di Diritto.
Un paese che si definisce civile DEVE avere una Giustizia che funzioni, altrimenti non è un paese civile e non lo sarà mai. D’altra parte, come ha osservato il sociologo Charles Hamson ormai molti anni fa, “è nelle sue istituzioni giuridiche che le caratteristiche di un paese civilizzato sono più chiaramente rivelate, non solo e non tanto nel suo diritto sostanziale quanto nella pratica e nella procedura seguita nei suoi tribunali.”