Il 13 ottobre è una giornata importante per tutti i cuochi
d’Italia: è proprio in questo giorno che cade la nascita del santo patrono
della categoria, san Francesco
Caracciolo.
Il santo operò tra la metà del 1500 e il 1608 a favore della
solidarietà, della fede e del sostegno dei poveri e dei diseredati di Napoli,
dedicando la sua vita e le sue risorse all’ordine dei Caracciolini.
La Federazione Italiana
Cuochi, che conta 15 mila iscritti in tutta Italia, ha ideato e istituito
la Festa Nazionale del Cuoco che si articola in manifestazioni organizzate
della Associazioni Provinciali.
L’Associazione Cuochi
Baresi, oltre 450 iscritti tra chef, patron, imprenditori e allievi di Bari
e del Nordbarese, ha festeggiato la ricorrenza ieri mattina presso la
parrocchia di Sant’Agostino di Giovinazzo (dove è conservata l’immagine del
santo dipinta da uno chef e pittore andriese, Riccardo Strippoli), con una
messa officiata dal Padre Spirituale don Beppe De Ruvo.
In questa giornata particolare l’Associazione
ha deciso di rendere omaggio allo spirito del loro patrono e di prestare la
loro opera professione e il proprio sostegno preparando dei pasti caldi per
alcune strutture caritative: la Casa del
povero di Bitonto, la Caritas diocesana di Molfetta, Comunità Casa Famiglia di Ruvo di Puglia e Centro
Alzheimer di Giovinazzo.
Grazie all’apporto dei ragazzi dell’Istituto Ipssar Alberghiero di Molfetta, coordinati da Emanuele Natalizio, degli chef bitontini Gino Calamita, Lorenzo Antonino e dello chef barese Lorenzo Lacriola, sono stati preparati 400 pasti per i poveri, duecento di questi soltanto a Bitonto.
Inoltre, l’Associazione ha invitato
tutti i soci a donare in questo periodo, nei centri di raccolta ospedaliera più
vicini, il proprio sangue.
“Rivolgi un sorriso” è stato il loro slogan quest’anno ma anche un
invito a mostrare un segno di affetto a tanti oscuri operatori che, nella
realtà quotidiana, lontani dagli schermi e dai riflettori, dedicano la vita,
anche con gravi disagi familiari e sociali, al benessere degli altri in grandi
ristoranti stellati, in noti punti di ristorazione ma anche in più modesti
locali, negli asili, nelle mense di tutt’Italia.
Accorati i cuochi bitontini hanno dichiarato ai nostri taccuini: «Questo mestiere ci rende felici, dà libero
spazio alla nostra fantasia, e aiutare il prossimo non fa che completare la nostra
missione. Non possiamo però restare ancorati solo ad un giorno all’anno: è già
in programma un prossimo appuntamento nel periodo natalizio».