Altre due ordinanze di custodia cautelare emesse dal Giudice per le Indagini preliminari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia sono state eseguite ieri mattina dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Bari.
Le stesse si ricollegano al filone d’indagine sfociato con l’esecuzione di nove provvedimenti cautelari eseguiti lo scorso 2 febbraio, che permise di fare luce su alcuni episodi estorsivi commessi ai danni di un imprenditore barese operante nel settore dei materiali plastici e di un imprenditore edile operante nella zona di Bitonto.
Le indagini fecero emergere un grave contesto d’intimidazione da parte della criminalità organizzata locale, che non si limitava ad imporre il pizzo ma entrava nella gestione degli affari delle società per garantire il rispetto di accordi e pagamenti. Talvolta, erano gli imprenditori stessi che, con leggerezza, si rivolgevano ai malavitosi per risolvere i loro problemi, finendo nella morsa del racket.
Proprio grazie all’esecuzione delle prime ordinanze è stato possibile raccogliere elementi di responsabilità anche nei confronti dei due destinatari dei provvedimenti eseguiti questa mattina, un sorvegliato speciale 43enne e un imprenditore 53enne, entrambi di Cassano delle Murge, accusati di tentata estorsione in concorso. Il sorvegliato, inoltre, dovrà rispondere anche di violazione degli obblighi imposti dalla misura a cui è sottoposto.
L’episodio in cui emerge il coinvolgimento di entrambi riguarda un imprenditore di Barletta, il quale, per ottenere il pagamento di alcune fatture da parte del collega barese, non aveva esitato a prendere contatti con i due, esponenti di spicco di un gruppo criminale operante nei quartieri baresi di Carrassi e Poggiofranco. I primi approcci minacciosi, con intimidazioni rivolte anche a familiari, indussero la vittima a cercare un compromesso proponendo pagamenti rateali per estinguere un debito di circa 30mila euro.
Il cedimento della vittima non fece altro che aggravare la situazione, inducendo i malviventi ad aggiungere interessi e fantomatiche spese legali, raddoppiando la pretesa estorsiva. La situazione disperata convinse l’imprenditore taglieggiato a denunciare tutto ai carabinieri, uscendo finalmente dall’incubo.
Dopo l’arresto, come disposto dal provvedimento cautelare, il sorvegliato è stato associato al carcere del capoluogo barese, mentre l’imprenditore è stato sottoposto agli arresti domiciliari.