Quest’anno, il tradizionale trofeo del Legno Santo, che sfila durante la Processione di Gala, sarà molto particolare: la struttura che accoglie la Stauroteca è realizzata con legno proveniente dalle barche naufragate a Lampedusa e rappresenterà una croce, al posto del solito altarino.
Una novità frutto di un progetto nato nel 2019, quando alcuni confratelli ebbero l’idea di costruire una nuova macchina utilizzando, appunto, il legno dei barchini dei migranti approdati nell’isola. Tra loro, il priore emerito Andrea Vacca e Vitantonio Vacca, progettista che da quasi dieci anni cura la realizzazione della macchina processionale del Venerdì Santo. Furono accompagnati da don Mimmo Chiarantoni e dai giornalisti Savino Carbone e Renato Brucoli (scomparso qualche anno fa). Grazie ad un permesso speciale della Procura di Agrigento e dell’Ufficio delle Dogane, fu possibile accedere al deposito dei barchini e trasportarne parte a Bitonto.
«L’intento è di attualizzare il significato della reliquia della croce – spiega il priore dell’Arcicongregazione di Santa Maria del Suffragio Giuseppe Vacca – non relegarla a un ricordo antico, ma riconoscerla viva, concreta, quotidiana. Nella nostra città, infatti, le croci non mancano, e una confraternita, specie quella dell’Addolorata, deve saperle accogliere, interpretare e rendere visibili. È con questo spirito che, come primo atto del nostro nuovo direttivo (in carica da gennaio 2025, ndr), abbiamo deciso di riprendere e realizzare quel progetto».
La pandemia, nel 2020, bloccò tutto e il progetto fu accantonato. Per essere ripreso in questi giorni: «La nuova macchina processionaria sarà essenziale, sobria, carica di significato. Il progetto si intitola “Una croce nella croce”, perchè la Stauroteca è innestata in una croce più grande, realizzata da Vitantonio Vacca come progettista e da Michele Migliore come artigiano esecutore. Vista frontalmente, la croce richiama la forma del “tau”; di profilo, invece, si scorge il profilo di una barca, richiamo al simbolo della Chiesa e a quello delle imbarcazioni dei migranti. Ringraziamo Franco Vacca e Antonio Liso per il supporto alla realizzazione».